Miei carissimi amici, la persona che oggi ci onora della sua presenza sul nostro Blog è Andrea Costantini, regista emergente nel panorama italiano nonché ( guarda il caso), mio ex compagno di scuola 🙂
Un suggerimento che voglio dare subito alle signore che non hanno mai visto una sua foto è che è sempre stato il classico ragazzo dall’aspetto bello e maledetto (quello che fa’ soffrire le ragazze, per intenderci) e adesso con qualche anno in più devo dire che è un gran bell’uomo. Che ne dite?
Detto ciò .. avere l’opportunità di fargli questa intervista, mi fa’ ritornare indietro nel tempo e rivivere Andrea ai tempi di scuola.
Per farvi capire meglio, in questo momento ho quella faccia inebetita con quel sorrisetto perso nei ricordi.
E’ sempre stato effervescente, gran parlantina oserei dire sfacciata, con tutti, anche con i professori, dai quali riusciva sempre ad ottenere quello che voleva (ovvero il minimo sindacale per andare avanti).
Un tipetto educato nei modi, ma scanzonato e ribelle nei fatti e, già a quel tempo ricordo, amava simulare false interviste ai passanti, con improbabili strumenti che ci forniva la scuola, facendogli credere che fossero telecamere e microfoni. Un indole creativa, artistica, da caposquadra, cosa che negli anni a seguire si è evoluta e maturata nel campo del cinema, dalla produzione fino alla regia.
Ecco la prima domanda che mi sorge spontanea: chi è Andrea Costantini e come nasce la passione per il cinema?
Come definizione mi viene: Sono un sognatore, che ha sempre storie in testa e che è riuscito a fare il lavoro che sognava.
Poco dopo il liceo, volevo fare a tutti i costi il cinema, e non avendo fatto gli studi specifici, e non avendo conoscenze ho iniziato dalla gavetta sui set, facendo il runner (una sorta di schiavo di produzione tuttofare), sono stati anni bellissimi, perché rubavo con gli occhi, imparavo, ho avuto la fortuna di frequentare anche set importanti, e di crescere nella carriera di produzione prima e nella regia poi. Detto così suona facile, ma non è proprio corretto, prima che ti si riconosca una professionalità, prima che tu diventi indispensabile all’interno di un film, di una troupe, che dopo pochi mesi cambia completamente perché il progetto finisce, non è facile. Inoltre al contrario di come si crede, il cinema è un lavoro duro, fatto di tante ore di set, spesso in condizioni non ottimali, Ci si alza prestissimo e si lavora 12/14 ore (anche se ora le regole sindacali hanno normalizzato un po’ la vita del set) spesso anche il sabato e la domenica, ma come ogni lavoro, se quello è la tua passione neanche te ne accorgi.
“DENTRO LA CITTA’” è il tuo primo film: come nasce l’idea?
Volevo fare un poliziesco che omaggiasse un po’ il genere ormai perso dei nostri anni 70, e allontanandomi dalle fiction edulcorate della televisione sull’ argomento, volevo un occhio di verità sulla vita spesso drammatica dei poliziotti in strada, usando la macchina da presa come fosse uno del gruppo che osserva questo branco di cani sciolti (poliziotti sbattuti in periferia come un fronte di guerra) nella loro quotidiano, senza risparmiare il lato oscuro e le pecche di quel mestiere.
Ti sei ispirato a qualche film in particolare per la realizzazione?
Il film di riferimento è Legge 627 di Bertrand Tavernier, un film francese del 1992 che aveva tra i tanti pregi, quello di essere crudo e reale su una squadra di polizia dell’antidroga francese (627 è la legge sugli stupefacenti in Francia).
La cosa più facile e quella più difficile durante le riprese?
La cosa più facile (paradosso) è girare le scene, dopo mesi di preparazione, di confronti, ricerche e prove, finalmente si può dare libero sfogo all’ energia e alla creatività, quindi è bello “vedere in azione” tutto ciò che hai pensato fino a quel momento. La cosa più difficile sono i compromessi, grandi e piccoli che si devono fare, per rispettare i budget e far incastrare le tante esigenze di tutti, tecnici, attori e produzione, e non sempre le cose si sposano. A volte si prendono decisioni dolorose rispetto a un’idea, a una scena che si deve ridimensionare o tagliare, a un attore o altro. Ed è sempre difficile tutto ciò.
Quanto tempo solitamente durano le riprese? Ci racconti, se c’è, qualche aneddoto ?
Parlando di Cinema e non di fiction (che segue altri ritmi) – I grossi film ,cioè i grossi budget, hanno dalle 8 alle 12 settimane di riprese a seconda della storia e delle difficoltà che cambiano da film a film. Ma oggi il grosso del cinema italiano (per mancanza di risorse) deve essere fatto tra le 5 e le 7 settimane e quindi serve capacità, esperienza e decisione per tenere comunque il livello alto.
Di aneddoti ne ho moltissimi, uno a cui sono molto legato però è questo:
Dopo un paio di film della commedia italiana di quel momento (tipo film con Pozzetto e Villaggio), finisco sul set Le Avventure del Barone di Munchausen, regia di Terry Gillian, una mega produzione americana con una troupe enorme, che aveva occupato tutti i teatri di Cinecittà. Io lavoravo in un ufficio di produzione, dove facevo milioni di fotocopie e mi occupavo di scartoffie sotto gli ordini di due americane pazze isteriche, non riuscivo mai a stare sul set o vedere qualcosa, insomma soffrivo. Così un giorno approfitto di un incarico che mi avrebbe tenuto tutto il giorno fuori dall’ ufficio e mi infilo sul set, nel Teatro 5 (il mitico teatro di Fellini) e mi aggiro tra le sontuose scenografie, tra i tecnici che preparavano, come un bambino nel paese dei balocchi.
Vedo il Regista che parla col direttore della fotografia, c’è un gran fermento tutti che fanno qualcosa, qualcuno impartisce ordini a un megafono, a un certo punto suona la sirena (che in teatro avverte che si inizia a girare) e io non so dove andare, mi siedo ai bordi di una costruzione (che avrei scoperto dopo essere l’angolo del regista), con monitor sedie e quant’ altro, mi nascondo letteralmente sotto questo posto e “Azione!” di fronte a me si apre una conchiglia con dentro una giovanissima Uma Thurman nuda. Ecco, non ricordo bene cosa ho pensato in quel momento, sconvolto non solo per Ella, ma perché ero dentro la magia del cinema! Per inciso tre mesi dopo venni licenziato dalle due americane perché non mi trovavano mai in ufficio e secondo loro sparivo troppo… Immaginate dove stavo?
Dopo le tue ultime fiction, e il corto che hai appena girato (e che io ho visto in anteprima) cosa stai preparando?
Dopo una lunga gestazione sono riuscito a trovare i soldi per fare un film per il cinema. È una storia forte ed ambiziosa, in un paese dove si fanno quasi solo commedie, io vado per un’altra strada a me più consona.
Quando, dove e come uscirà il prossimo film? Hai già trovato la distribuzione?
La risposta giusta è: intanto giriamolo! Io ora sono nella fase di pre-produzione, dove è tutto ancora da costruire, immagina una fabbrica di macchine, c’è la mia scocca (sceneggiatura), con le ruote e il volante (Produttore e un paio di attori forti), il motore (il vil danaro) lo stiamo posizionando nel cofano, e stiamo mettendo gli sportelli, ma è ancora una macchina spartana a cui mancano pezzi importanti da assemblare… Però se la spingi già si muove e si vede che sarà bella!
Tre domande da appassionata: il tuo regista preferito; il film della vita; il tuo genere preferito…
Per questa domanda servirebbero una trentina di pagine per non dimenticare nessuno, per uno che vede una decina di film alla settimana da più di venti anni, capisci che facile non è. Ma per non deluderti dico: Regista: Martin Scorsese, Film: La leggenda del Re Pescatore di Terry Gilliam e Fuga di Mezzanotte di Alan Parker – exequo.
Sul genere, veramente non c’è. Sono onnivoro, divoro quasi tutto. Ti rispondo al contrario, il genere che non mi piace: l’Horror! Ma semplicemente perché spesso mi fanno troppa paura!
Ma usciamo fuori tema: per caso ti servono due comparse come noi, tuoi fedelissimi amichetti?
Non so se mi basta il Budget del film per due come voi!
Bene, hai colmato quasi tutte le mie curiosità, naturalmente mi aspetto che tu mi porti al prossimo Festival di Cannes! Non voglio scuse, della serie non sapevo, non volevo, sia chiaro! Dura circa due settimane, ma mi organizzo con il lavoro, per essere presente in esclusiva sulla Croisette e guardare i trailer e le clip dei film in concorso.
Concluderei questa intervista con le parole che hai usato sull’ homepage del tuo sito:
“Non importa cosa vi dicono, le parole e le idee possono cambiare il mondo”
(L’attimo fuggente – Robin Williams)
Antonella Evangelisti &Alessandro Pergola
http://www.andreacostantini.net
https://www.youtube.com/channel/UC7Mcuxu4z74WnWU
https://www.facebook.com/andrea.costantini.11?ref=br_rs
Compagno di scuola anche lui, brillante musa ispiratrice che ringrazio per la gentile partecipazione 🙂