Un certo De Coubertin diceva :
“ L’importante non è vincere ma partecipare. La cosa essenziale non è la vittoria ma la certezza di essersi battuti bene”
Ma mamma e papà sono d’accordo con questo signore 😕 ?
Ho visto spesso genitori trasformarsi in veri “Ultras”, improvvisarsi allenatori ed elargire suggerimenti da veri direttori tecnici di nazionale 😯
La domanda quindi sorge spontanea :
Siamo pronti a trasmettere ai nostri figli in modo sano questi messaggi e a fare in modo che sia il Loro Sport e NON il Nostro? 😉
Per aiutarci a capire abbiamo incontrato nel suo studio la psicologa Dott.ssa Elena Cabras alla quale abbiamo rivolto qualche domanda
- Lo sport, si dice sempre, debba essere visto all’inizio dai bambini come un’attività ludica, come un gioco….e’ d’accordo ? A quale età è bene cominciare e cosa pensi aiuti a sviluppare nei piccoli
Assolutamente d’accordo. Manteniamo l’aspetto ludico soprattutto con i più piccoli, attraverso il gioco i bambini iniziano a sviluppare quelle abilità che saranno importanti nel corso della vita ai fini di una buona integrazione nella società. Mi riferisco ad esempio all’empatia, alla creatività, al rispetto delle regole e a un buon rapporto con le autorità, in questo caso l’istruttore o l’allenatore. In generale, verso i primi anni di vita sono consigliabili sport più generici, come il nuoto o la ginnastica per poi capire quale sport vorranno praticare e per quali attività sono dotati : l’importante è mantenere sempre l’aspetto giocoso dello sport tralasciando l’aspetto competitivo ed agonistico.
- Sport individuali o di gruppo ?
Cerchiamo di tenere conto delle preferenze, dei desideri e delle caratteristiche caratteriali del bambino senza tuttavia assecondarli ciecamente. E’ bene far capire al bambino che sia gli sport individuali che di gruppo risultano essere ricchi di momenti di interazione e di confronto con gli altri. Occorre rispettare la propensione del bambino verso determinate tipologie di sport, ma nel caso di bambini timidi o arrabbiati cercare di inserirli in sport dove possono fare amicizia, integrarsi con i pari e instaurare rapporti in maniera costruttiva.
- A che età può essere concessa la partecipazione a sport di tipo competitivo ?
Fino a 6 anni è preferibile mantenere l’aspetto ludico dello sport in quanto non si è ancora compiuto un adeguato sviluppo fisico e di coordinazione motoria. Dopo i 6 anni il bambino potrà avvicinarsi a sport più complessi e competitivi come il basket, il tennis, l’atletica leggera. La competitività non dimentichiamo però, che se ben trasmessa e praticata, è un ottimo strumento di crescita , apre le porte al confronto con gli altri ma anche su se stessi , fornendo continui feedback sui propri limiti ma anche sulle proprie potenzialità e risorse.
- Quanto sono stressanti sul piano emotivo competizioni sportive tra i ragazzi ?
Le risposte emotive variano da bambino a bambino, in base alle loro personalità e all’ambiente in cui crescono. Situazioni di competititivà sono importati per la crescita della loro autostima , ma è’ fondamentale che non si manifestino aspettative molto elevate nei loro confronti e che in caso di sconfitta non ci si mostri scontenti o svalutanti. E’ molto utile invece insegnargli l’importanza del mettersi in gioco a scapito del vincere, perché sono tutte occasioni di crescita e che si è bravi in ogni caso.
- Mi permetta un’ultima domanda ma che forse è più un consiglio per fare i gentori. Come dare ai nostri figli “quel sano supporto senza oltrepassare i limiti”
Innanzitutto, bisognerebbe tenere a mente che i nostri figli non sono “ Noi “ e le loro passioni NON sono le nostre passioni e questo vale anche nella scelta degli sport. E’ importante che sperimentino gioie e fatiche. L’adulto dovrebbe essere piuttosto la base sicura da cui tornare liberamente nei momenti di bisogno o sconforto, per ricevere consigli, supporto, incitamento e anche qualche ramanzina se necessario 😉 .
Un grazie alla dottoressa Cabras per la sua collaborazione 🙂
e da mamma con tante cose ancora da imparare 😉
voglio lasciarvi con un Grande Pensiero di una Piccola Donna ma che sicuramente ci ha insegnato tanto 🙂
Laura Mugnano