Mi chiedo spesso come posso esprimere ad un pubblico sempre più scettico, la mia convinzione sull’ importanza del matrimonio quando la società sceglie la convivenza…
Negli ultimi anni il termine matrimonio è stato sostituito dal termine convivenza. Quasi nessuno dei tuoi amici o colleghi di lavoro ti dirà: “Trovati qualcuno che ti sostiene, che ti fa diventare una persona migliore e sposati”… riceverai sempre più spesso commenti negativi sul matrimonio a favore della convivenza.
Mi chiedo quali siano le ragioni per cui oggi il matrimonio viene così trascurato…
L’egoismo a mio avviso è il primo motivo che ci spinge a rinunciare al matrimonio. Del resto perché impegnarsi tutta la vita con qualcuno, se la società in qui viviamo ci insegna a vivere l’attimo “carpe diem”, inseguire sempre il nuovo, e scartare ciò che ci annoia. Oggi conta di più la nostra individualità, anziché prendere impegni e pensare di più agli altri.
Dato che mamma e papà convivono, e il matrimonio non dura, allora conviene convivere anche a noi. Le discussioni più comuni sul matrimonio oggi sono spesso legati ai seguenti argomenti:
1_ Importante fare la separazione dei beni.
2_ Dividere i conti con i partner senza farsi fregare .
3 _ Pararsi il culo nel caso le cose non dovessero andare bene nel futuro.
Tutto questo dimostra già dall’ inizio, la distanza affettiva tra i due partner e quanto ognuno pensa a se stesso. Viene da se il desiderio di convivenza poiché qui non c’è bisogno di impegnarsi più di tanto.
Convivere vuol dire impegnarsi a un tempo determinato, controllando come funziona la situazione con il passare del tempo e poi, con calma, decidere. Molto simile a un contratto di comodato d’uso… dove monitoriamo il comportamento del nostro partner cercando di tirare fuori i suoi difetti per poi trovarlo irritante e cambiare oggetto.
Parliamo tanto di amore quando andiamo a massimizzare lo stato della nostra felicità 🙂 ma subito dopo ci ritroviamo nella realtà dove i pregi dei nostri partner sono ormai diventati un’abitudine, e i loro difetti inaccettabili.
La soluzione più comoda per riacquistare la nostra felicità, che ci spetta come diritto è quella di farsi un amante.
Ma neanche avere un amante può essere duraturo perché ci si abitua alla situazione, ed anche i suoi difetti iniziano ad irritarci. Si finisce così in un sentimento di infelicità, di vuoto interiore e fallimento 🙁
Leo Tolstoj diceva: “Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo.”
Con questa frase, Tolstoj ci insegna che al fine di avere un matrimonio felice dobbiamo impegnarci a far funzionare molti aspetti diversi insieme: l’attrazione sessuale, un accordo comune sui soldi, un accordo comune su come impartire la disciplina ai bambini, la religione, i suoceri e molte altre questioni di vitale importanza che vanno oltre il nostro desiderio impulsivo iniziale (quello di quando senti le farfalle nello stomaco)
Un guasto in uno qualsiasi di questi aspetti, può distruggere un matrimonio anche se ha tutti gli altri ingredienti necessari per la felicità. Perché allora impegnarci a far funzionare la diversità di tutti questi aspetti se convivere ci viene più comodo?
Le coppie che convivono sono più predisposte ad avere sempre un piede fuori dalla porta, in quanto la convivenza ci insegna soltanto come fare un mezzo impegno 🙂
I matrimoni non sono facili da gestire ma la mezza responsabilità non ci permetterà mai di andare avanti e neanche di trasmettere una buona lezione ai nostri figli.
“Mangia come un uomo, bevi come un uomo, vestiti, spòsati, abbi dei figli, conduci una vita da cittadino… Mostraci queste cose, perché noi sappiamo se hai imparato veramente qualcosa dai filosofi _ Epitteto
Antonella