La Loggia di Psiche è un ambiente al piano terra di Villa Farnesina a Roma, celebre per il ciclo di affreschi di Raffaello e aiuti.
STORIA
Il ricchissimo banchiere Agostino Chigi, vicinissimo alla corte papale, si era fatto costruire la sontuosa villa da Baldassarre Peruzzi tra il 1508 e il 1512, procedendo subito alla decorazione pittorica. Raffaello vi contribuì già dal 1511 circa (Trionfo di Galatea), seguito da Sebastiano del Piombo, il Peruzzi stesso, il Sodoma e altri.
Stemma azzurro con la quercia dorata della famiglia della Rovere (papa Giulio II)
La decorazione della loggia, tradizionalmente riferita al 1518 circa, è stata datata con esattezza grazie alla pubblicazione di una lettera del 1º gennaio 1519, in cui Leonardo Sellaio scriveva al concittadino Michelangelo dell’imminente scoprimento degli affreschi, definendoli “chosa vituperosa a un gran maestro; pegio assai che l’ultima Stanza del Palazo assai”. Michelangelo sentiva molto la rivalità col Sanzio e la notizia della cattiva riuscita dell’impresa non poteva che fargli piacere.
L’apertura della loggia verso l’esterno, fino alla chiusura con vetrate, causò ingenti danni agli affreschi, che vennero ripassati da Carlo Maratta nel 1693-1694. In quell’occasione venne rinsaldato l’intonaco con 850 bullette di rame, vennero ridipinti i fondali azzurri e rifatti i contorni delle figure. Le ridipinture più vivaci vennero asportate con il restauro del 1930.
Nella loggia, un tempo aperta sul giardino, è dipinto il ciclo con le Storie di Amore e Psiche, tratte dall’Asino d’oro di Apuleio, opera di Raffaello e dei suoi allievi per il banchiere Agostino Chigi. Alcuni hanno messo in relazione la protagonista mitologica del soggetto, Psiche, con Francesca Ordeaschi, amante di Agostino Chigi, che da cortigiana si elevò al rango di moglie legittima del banchiere.
Le scene sono inserite in un intreccio di festoni vegetali, opera dell’allievo Giovanni da Udine, che simulano un pergolato con festoni di fiori e frutta, dividenti la volta in scomparti, che hanno uno sfondo azzurro-cielo. La presenza degli intrecci vegetali accresce il senso di continuum della loggia con il giardino; vi sono riconoscibili la bellezza di circa duecento specie botaniche, soprattutto domestiche, tra cui anche numerose piante importate dalle Americhe, scoperte solo pochi anni prima.
Il ciclo si divide in due grandi storie centrali che simulano arazzi tesi (Concilio degli dei e Convito nuziale), dieci pennacchi in corrispondenza dei pilastri e quattordici vele sopra gli archi.
Venere Cerere e Giunone, attribuito a Giovanni da Udine:
Mercurio attribuito a Giulio Romano:
Cupido e le Grazie, attribuito a Giulio Romano:
Psiche trasportata da amorini, attribuito a Giulio Romano:
Venere sul carro portato da colombe, attribuito a Giulio Romano:
Mercurio e Psiche, attribuito a Giovan Francesco Penni:
Venere e Amore, attribuito a Raffaellino del Colle:
Psiche consegna il vaso a Venere, attribuito a Giulio Romano:
Venere e Giove, attribuito a Giovan Francesco Penni:
Amore supplica Giove, attribuito a Giulio Romano:
Concilio degli Dei:
Convito nuziale: