MICHELANGELO A ROMA – I VEGGENTI DELLA CAPPELLA SISTINA 1508-1512

7-Sibilla Delfica

Foto 1 (Vista d’insieme della Cappella Sistina)

1-Vista d'insieme della volta (1)

Michelangelo dipinse le scene della volta, come è noto, procedendo da est verso ovest, cioè in maniera contraria allo sviluppo delle storie sulla Genesi nei riquadri centrali. In particolare avviò a dipingere dalla porzione sopra l’ingresso cerimoniale fino all’altare. Furono necessarie due fasi, per via del ponteggio che copriva metà della cappella e che dovette essere smontato e rimontato.

La serie dei Veggenti decora i peducci della volta della Cappella Sistina. Si tratta di una serie di affreschi con Profeti e Sibille, realizzati da Michelangelo Buonarroti tra il 1508 e il 1512. Ciascuno ha un’altezza variabile tra i 260 e i 298 cm.

5-Zaccaria

Foto 2 (Zaccaria)

Il profeta Zaccaria ha la parte superiore del busto e la testa di profilo, intento a sfogliare un grosso volume profetico, con un atteggiamento calmo e assorto che non ha il dinamismo di altre figure della stessa serie.

La presenza di Zaccaria sopra la porta si spiega con il suo ruolo di profeta per eccellenza della Settimana Santa (“Gerusalemme; ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e vittorioso, umile e montato sopra un asino”: Zc 9, 9), ricollegandosi ai riti che si svolgevano in tale festività nella cappella e quindi solennemente posto nel punto in cui il papa faceva il suo ingresso. Tale significato è ribadito dal profeta che si trova sul lato opposto, sopra l’altare, cioè Giona, che era comunemente indicato come prefigurazione del Cristo risorto per la sua salvezza dal ventre della balena dopo tre giorni.

6- Gioele

Foto 3 (Gioele)

Il profeta Gioele profetizzò terribili calamità sulla terra, tra cui l’oscurarsi della luna e del sole. Alcune citano una vigna (come Gioele 1,12) ed è forse questa la ragione per cui egli è posto vicino alla scena dell’Ebbrezza di Noè. Egli è rappresentato seduto frontalmente, mentre svolge e legge con attenzione un rotolo. Il suo volto è incorniciato da ciocche di capelli bianche ed emana una forte concentrazione, mentre la posa del corpo, drammatizzata dai contrasti cromatici tra luci ed ombre, manifesta una certa tensione e un’energia trattenuta ben evidente. Indossa una tunica violetto chiaro, con un collo verde e una chiusura sul petto con un laccio bianco. Dietro di lui si vedono due assistenti fanciulli, che dialogano tra di loro; quello di destra regge un libro verde sottobraccio, mentre l’altro sembra occupato dalla lettura.

7-Sibilla Delfica

Foto 4 (Delfica)

La Sibilla Delfica sta svolgendo un rotolo a sinistra, col corpo girato in quella direzione e il braccio sinistro alzato, ma il suo sguardo è ruotato frontalmente, metà in luce e metà in ombra, e gli occhi guardano a destra, con un’espressione di sorpresa, quasi a vedere l’avvento del Signore che conferma la profezia.

L’effetto di movimento, oltre che dalla torsione, è amplificato dalle volute del mantello azzurro con cappuccio, foderato di arancio, e dalle pieghe della tunica verde chiaro. Sul volto si vedono ancora le tracce ortogonali incise per disegnare l’ovale della testa e l’altezza degli occhi. Dietro di lei, a sinistra, si vedono due assistenti, uno che legge un libro e l’altro che lo sostiene.

8- Sibilla Eritrea

Foto 5 (Eritrea)

La Sibilla Eritrea sta sfogliando stancamente, le pagine di un grande volume di profezie, appoggiato su un leggio coperto da un panno azzurro. Il corpo della sibilla è voltato verso il profeta Ezechiele, che a sua volta guarda in direzione della sibilla: in questo modo tra le due figure si stabilisce una relazione che rappresenta un caso unico in tutti gli affreschi della volta. La struttura mascolina della donna è evidenziata dalle possenti braccia, lunghe e muscolose. L’utilizzo di diversi colori nei panni che la rivestono, con accentuate tonalità di verde e arancione, creano un effetto cromatico delicato. Indossa infatti una tunica bianca chiusa da una veste rossa con decorazioni multicolori e un manto a più strati sulle gambe, verde, arancio e violetto.

Dietro il leggio uno dei due assistenti accende una lampada, simbolo di divinazione, con una fiaccola, mentre il secondo, in ombra, si strofina gli occhi come se si fosse appena svegliato, forse simboleggiante l’effetto di risveglio nelle anime illuminate dalla conoscenza.

9-Il profeta Isaia

Foto 6 (Isaia)

Il profeta Isaia è mostrato come se avesse appena interrotto la lettura del libro che, pur tenendo ancora il segno con la destra, ha riposto sotto il braccio sinistro. Seguendo un richiamo fatto dal fanciullo riccioluto dietro di lui, volge il capo verso sinistra, con un’espressione angosciata, ma senza guardare nessun punto in particolare. È animato infatti da una tensione tutta interiore, che si esprime nella fronte aggrottata e nel torcersi concatenato delle membra, fino ai piedi incrociati. Il dinamismo è sottolineato dalla curva del mantello sollevato dal vento, a cui fanno eco i panni svolazzanti dei due assistenti. La sua tunica è giallastra con riflessi cangianti argentei, con una veste soprastante, tenuta in vita da una fascia bianca.

10-Ezechiele

Foto 7 (Ezechiele)

Il profeta Ezechiele è rappresentato come una figura energica che si staglia nettamente sullo sfondo chiaro tramite soprattutto la sgargiante veste rossa, a cui si aggiunge un panno violetto e una sciarpa a cappuccio azzurrina, dalla tonalità fredda che bilancia quella della veste. Egli regge nella sinistra un rotolo e col volto si gira di scatto verso uno dei due inservienti dietro di lui, che gli indica l’alto dove si trova la scena della Creazione di Eva, con un’espressione concitata, sottolineata anche dal gesto della mano destra che sembra voler dimostrare la veridicità delle sue profezie. Ezechiele è infatti il profeta legato alla predizione della nascita della Vergine, prefigurata da Eva. Ezechiele predisse anche la costruzione di un nuovo tempio che mette fine a un’epoca di peccato e di abbandono da parte di Dio, dal quale sgorgherà un fiume miracoloso, apportatore di fecondità.

11-Sibilla cumana

Foto 8 (Cumana)

La posizione della sibilla Cumana nella campata centrale dell’intera volta ricorda la sua fondamentale profezia riportata da Virgilio nella IV egloga delle Bucoliche, in cui preannunciò la nascita di un bambino nel regno di Augusto che avrebbe dato origine a una nuova progenie celeste in grado di riportare l’Età dell’oro: si tratta della più importante profezia in ambito pagano riletta in chiave cristiana, che spianò la strada al raccordo tra cultura classica e dottrina cristiana dell’Umanesimo.

La sibilla Cumana venne rappresentata da Michelangelo come una vecchia dalla corporatura gigantesca e mascolina (soprattutto nel muscoloso braccio nudo in primo piano), con la carnagione scura e il volto rugoso, dai tratti marcati. La possente volumetria, evidenziata dalle profonde ombreggiature, le dà un risalto scultoreo e un notevole effetto dinamico. Essa è seduta sul trono con il busto ruotato verso sinistra, diversamente dalle gambe; tra le mani tiene aperto il libro della profezia, appoggiato su un cuscino sopra il lato sinistro del trono. L’espressione è dura e concentrata, sembra sforzarsi per decifrare il significato delle scritture. Anche i due putti alle sue spalle hanno lo sguardo fisso sul libro aperto. Altri rotoli si trovano in una bisaccia appesa su questo stesso lato del trono.

Dal punto di vista cromatico le calde tonalità arancioni del suo mantello sono bilanciate dall’azzurro della tunica e il verde del libro, creando così una armoniosità cromatica di grande effetto. In testa indossa una cuffia bianca.

12-Sibilla Persica

Foto 9 (Persica)

La sibilla Persica è stata rappresentata da Michelangelo, al pari della Cumana, come una donna anziana che, ricurva sotto una significativa gobba, è intenta con fatica alla decifrazione del libro delle profezie, tenuto vicino agli occhi dalle braccia possenti. Essa si volge indietro, verso la parete, col viso e il petto in ombra, mentre il braccio destro e le gambe sono violentemente illuminate.

Alle sue spalle vi sono due putti seminascosti, di cui il primo si copre con un mantello rosso. I colori accesi delle vesti della sibilla conferiscono luminosità alla figura, che risalta maggiormente dalle numerose pieghe del panneggio. Dal punto di vista anatomico, la donna ha una struttura erculea e possente: come tutte le donne riprodotte da Michelangelo ha una muscolarità mascolina, tipica della sua poetica, che aveva come tema centrale il corpo nudo maschile in movimento.

13-Daniele

Foto 10 (Daniele)

Il profeta Daniele è rappresentato come una figura energica che amplifica in crescendo l’attività psichica dei Profeti all’avvicinarsi verso l’altare: dalla calma meditazione di Zaccaria sopra la porta, fino allo sconvolgimento nel pieno del furore profetico di Giona.

Daniele in particolare è ritratto mentre legge un grande libro che tiene sulle gambe, aiutato da un putto che inarca faticosamente la schiena per aiutarlo e trascrive qualcosa su un altro foglio a sinistra, probabilmente l’inizio di un rotolo appeso a un leggio in cui si vede un altro rotolo ripiegato e un calamaio appeso. Il suo volto mostra i segni di un forte turbamento interiore.

Col restauro si è recuperata la brillante cromia delle vesti, in cui compare un delicato arcobaleno di violetti, verdi, azzurri, gialli e bianchi, spesso evidenziati nelle profonde pieghe con l’uso di cangianti.

Estremamente vigorosi sono alcuni dettagli anatomici, come il braccio in primo piano del profeta o il suo gigantesco piede, che assieme alla posa dinamica conferiscono alla sua figura una straordinaria energia.

14-Geremia

Foto 11 (Geremia)

Il profeta Geremia è rappresentato come una figura oppressa da una dolorosa consapevolezza di nefasti presagi. Nel Libro del profeta infatti si legge come avverrano tempi di scelleratezza e lontananza degli uomini da Dio, che verranno però superati con una nuova alleanza, che prefigura quindi la venuta di Cristo, nonché la fine dei tempi, a cui allude anche la vicina scena della Separazione della luce dalle tenebre, prefigurazione della separazione dei giusti dai malvagi durante il Giudizio Universale.

Il profeta piega in avanti il busto e poggia la testa su una mano col gomito appoggiato sul ginocchio, a ginocchia divaricate coi robusti piedi intrecciati, come a cercar spazio per le possenti gambe. L’espressione è cupa, come anche la tonalità del volto rugoso e dalla barba e capigliatura canuta, in cui qualcuno ha voluto riconoscere un possibile autoritratto di Michelangelo.

Gli assistenti, caso unico nella volta, non sono due fanciulli, ma due persone adulte vestite in abiti contemporanei, forse due ritratti degli assistenti dell’artista, a cui non è però possibile attribuire una specifica identità.

15-Sibilla Libica

Foto 12 (Libica)

La posa della sibilla Libica è una delle più complesse della volta: essa è raffigurata nell’atto di alzarsi ed i piedi, le gambe, il busto, la stessa inclinazione della testa indicano quasi una rotazione del corpo su se stesso, dando l’idea di una figura serpentina in atto di librarsi verso l’alto. Il piede destro infatti, in punta per sostenere l’appoggio, mentre il corpo sta girando col torso e con la testa. Nel suo movimento, è colta nell’attimo in cui solleva il libro delle profezie, allargando le braccia muscolose, che per certi versi richiamano quelle del celebre Tondo Doni, in cui la Vergine Maria compie una mezza giravolta per prendere tra le sue braccia il figlio Gesù. La posa complessa fu un modello e fonte d’ispirazione per numerosi manieristi.

La parte superiore del busto è seminuda, cosicché la sibilla offre le spalle non coperte all’occhio di chi guarda. La cromia è accordata a toni delicatissimi (violetto, rosa, giallo, grigio e verde), accesi e soffusi nello stesso tempo e ricchi di cangianti, dalla studiata luminosità.

Quasi nascosti dalla maestosa figura vi sono due putti che si guardano: uno di essi, reggendo sotto un braccio un rotolo, indica all’altro con la mano destra la sibilla, voltandosi a “profil perdu” cioè disegnato di scorcio. Essi sono tratteggiati più velocemente, secondo uno stile che si riscontra in molte scene della volta, che definisce nitidamente le parti in primo piano ed abbozza velocemente quello in secondo piano o in ombra, dando l’effetto dello scalare del piano simile a quello della tecnica scultorea.

Della Libica resta un celebre disegno preparatorio a sanguigna presso il Metropolitan Museum of Art di New York.

16-Giona

Foto 13 (Giona)

Il profeta Giona, come scrisse anche Vasari, è impostato in uno straordinario virtuosismo illusionistico, che cerca di annullare l’effetto della curvatura della volta tramite l’inclinazione del corpo del profeta. Anche Ascanio Condivi (1525-1574) sottolineò la “stupenda” capacità di “girar le linee, negli scorci e nella prospettiva”, data dalla violenta torsione del personaggio all’indietro lungo un asse obliquo, bilanciata sulla destra dal grande pesce che, secondo il racconto biblico, lo inghiottì per tre giorni. Egli è l’unico tra i Veggenti a non avere né volumi né rotoli, ma la sua sapienza sembra data da una diretta contemplazione del Creatore.

La figura del profeta manifesta lo sconvolgimento terribile del furore profetico e conclude in crescendo, sul piano formale ed espressivo, l’intera sequenza dei Veggenti: le gambe nude sono proiettate verso lo spettatore, mentre il busto, vestito di un corpetto violetto con ombre cangianti in verde, è rovesciato all’indietro. La muscolatura titanica traspare dalla veste attillata e il braccio sinistro abbraccia il corpo fino al lato opposto, mentre quello destro è appoggiato indietro, con la mano sollevata che sembra indicare con un gesto. La testa segue l’inclinazione del busto ed è rivolta verso l’alto, verso la scena della Separazione della luce dalle tenebre, con la magnifica rappresentazione del Dio creatore.

La sua figura è legata anche a una lettura profetica dei Veggenti e delle altre scene, da mettere in relazione con le liturgie della Settimana Santa, la più importante solennità che si celebrava nella cappella. Se sopra la porta cerimoniale, confinante con la Sala Regia, si trova infatti Zaccaria, profeta che predisse l’entrata di Cristo in Gerusalemme, Giona era indicato come il prefiguratore della risurrezione di Gesù, poiché come lui dopo tre giorni tornò alla vita venendo espulso dalla bocca del pesce che l’aveva inghiottito.

Massimo Lato

 

Un commento Aggiungi il tuo

  1. Massimo Ravecca ha detto:

    Per Leonardo da Vinci la Gioconda, vista annualmente da milioni di visitatori al Louvre, potrebbe essere un’ultima Madonna che apparirà in tempi apocalittici, (Madonna di Medjugorje?), senza il Bambino con sé, contrariamente alle molte Madonne da lui precedentemente dipinte. Monna Lisa è la Madonna che precede il Giudizio Universale, di Michelangelo e quello finale ad opera del Figlio. Michelangelo Buonarroti, nella somiglianza tra il Cristo Giudice del Giudizio Universale e la figura di Aman della volta nella Cappella Sistina, persecutore biblico degli ebrei, avrebbe indicato la futura somiglianza apparente tra Gesù è l’Anticristo, come aveva scritto nei primi secoli il Padre della Chiesa Sant’Ippolito di Roma. Cfr. ebook/kindle L’Apocalisse secondo Leonardo e Michelangelo.

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