La grande architettura internazionale è protagonista al museo Maxxi di Roma grazie a due mostre che rendono omaggio a Zaha Hadid e Yona Friedman… incantevoli!!!
Un’ampia sezione è dedicata al rapporto di Zaha con il design made in Italy, Zaha Hadid… un architetto donna.
L’associazione di queste due parole può risultare certamente di gran conforto a tutti gli aspiranti architetti donne e alle donne in generale, e il messaggio è: si può abbattere l’idea del “mestiere da uomo”.
Lei l’ha fatto nel 2004 vincendo l’ambitissimo premio Pritzker (il massimo riconoscimento per un architetto) e molti altri sono stati i premi ed i riconoscimenti, risultando sia per Forbes che per Time nella classifica delle donne più influenti del mondo.
Tutto questo è importante, ma a mio giudizio relativamente importante, bisogna soltanto guardare il suo lavoro.
Hadid è nata in una fortunata famiglia di Baghdad (Iraq) nel 1950 e la sua prima laurea è stata in Matematica: dettaglio ben poco marginale dato che ha fatto di questa disciplina fondamento per la sua architettura.
Con il suo trasferimento a Londra nel 1972 inizia la sua avventura nel mondo dell’architettura e sotto l’ala di un maestro come Rem Koolhaas una carriera dirompente, come architetto ma anche come designer: nel corso degli anni ha progettato sedute, vasi, lampadari, ha collaborato con firme come Adidas, Karl Lagerfeld, Swarovski.
La sua poetica artistica trae ispirazione dall’avanguardia storica del costruttivismo russo per la sua voglia di infrangere i canoni della composizione classica: da qui il movimento architettonico di cui Hadid (insieme, in particolare, a Koolhaas, Gehry e Libeskind) è rappresentante ai massimi livelli e che risalta la plasticità dei volumi.
Il MAXXI è la casa di Zaha Hadid a Roma. È un segno che rimarrà per sempre.
Da oggi, i suoi ammiratori, ma anche i suoi critici, dovranno misurarsi con questa grande e geniale “Lady Architetto”.
Atra sezione è dedicata a Yona Friedman (Budapest 1923), architetto visionario, figura dirompente e creativa al di fuori di ogni confine disciplinare, dal pensiero straordinariamente attuale, è dedicata la mostra YONA FRIEDMAN.
Per Friedman – che nel 2016 ha realizzato per la Serpentine Gallery di Londra una struttura modulare che sembra disegnata nell’aria – chiunque può progettare e realizzare la propria architettura attraverso strutture mobili semplici e flessibili, dalla casa alle “città spaziali” che fluttuano al di sopra delle città reali.
Per questa mostra, la sua celebre Ville Spatiale (1958 – 62), tema centrale dell’opera di Friedman, si sposta su Roma: una griglia aerea sul territorio, con corridoi e abitazioni progettati da chi le abita, riprodotta in un grande modello di 9 metri di lunghezza in dialogo con alcune visioni inedite dedicate alla città di Roma e al MAXXI realizzate per questa occasione.
In definitiva, il vero ingrediente per essere un bravo architetto uomo o donna che sia è lo stesso ingrediente che serve per essere un bravo professionista: credere in se stessi, ed essere degli incrollabili ottimisti 🙂
«I really believe in the idea of the future»: una grande lezione per tutti 😉