Buon 8 marzo♀️🌹 a tutte le donne ma sopratutto alle mamme che al tempo del #coronavirus scandiscono conoscenze e cuore, affaticate dalla fatica di tenere insieme briciole di lavoro e famiglia. Pronte a rassicurare, a esserci, a sostituirsi, con lo sforzo disumano di tenere insieme tutti i pezzi, non solo verso i loro figli ma anche verso i figli degli altri. Donne che superando tutte le differenze sociali e culturali, estrazioni e lingua sono determinate a restare sulla stessa barca senza tagliare fuori nessuno. E come per incanto si superano le classi sociali, compiti e denaro divisivi. C’è la relazione, quella che importa, che tiene, che salda, che produce conoscenza❣
8 marzo non una festa rituale, ma un’occasione per riflettere ed agire! Oggi non pensiamo solo alle mimose e ai regali ma anche, e soprattutto, alle donne che combattono, che hanno combattuto, a quelle che non ci sono più. L’8 marzo c’è ancora ed è giusto usarlo per acquisire e stimolare un supplemento di coscienza in noi e negli altri, in questa epoca di post-post-femminismo.
C’è bisogno di un cambio culturale, c’è bisogno di “ridisegnare” l’immagine della donna, non più ipersessualizzata o donna-santa, come è rappresentata ancora dai pubblicitari, ma una donna assolutamente vera e reale nella vita di tutti i giorni…
Le donne reali sono altro, sono persone che studiano, che lavorano, che pensano alla famiglia, che fanno di tutto per essere, come si dice oggi, “multitasking”, e sono le sole a riuscirci, peraltro.
E’ certamente doveroso ricordare il grande lavoro fatto dalle generazioni femminili che ci hanno preceduto, che ci ha permesso di godere di libertà e diritti che fino a un secolo fa neanche immaginavamo potessimo avere…
E per favore amiche mie… Finiamola di scambiare tutto per amore, l’amore con la violenza non c’entra un tubo. Vogliamo credere che ci ami? Bene. Allora ci ama MALE. Non è questo l’amore. Non illudiamoci mai e poi mai, di poterli cambiare, o che possano cambiare per amore nostro. Anche se piangono come vitelli… e dicono che non lo faranno più. Denunciate e chiedete aiuto!
Spesso siamo noi stesse donne a fuorviare il vero senso dell’8 marzo, limitandoci alla soddisfazione di essere per un giorno al centro dell’attenzione.
Per questo motivo desidero invitare tutte le donne a questa riflessione: quanto ci costa, in termini di discriminazione, essere “festeggiate”, ogni anno, un giorno solo?
Ho giurato di stare sempre dalla parte delle donne in qualunque luogo e in qualunque situazione ci sia sofferenza e umiliazione. Dobbiamo sempre schierarci. La neutralità favorisce l’oppressore, diceva Wiesel, mai la vittima. Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato.
Siamo lontane ancora dalla vera parità, e seppur le statistiche riportano che le donne hanno più cultura, è minore la percentuale di donne occupate e sono molto pochi i posti chiave ricoperti da donne. Mancano politiche di genere e di sostegno alla maternità (e alla famiglia), ancora oggi è probabile che una donna debba decidere tra essere madre e fare carriera.
Oggi dovrebbe essere una solenne, occasione in cui riflettere, in coscienza di tutti, sul fenomeno della violenza sulle donne, vera emergenza sociale del nostro paese e non solo… Dobbiamo combattere con forza tutti la battaglia contro l’ignobile subcultura della violenza sia essa fisica o psicologica, della sopraffazione, dell’ignoranza, per avere una società più consapevole, moderna e civile.
Alla luce di quanto detto non mi sento di celebrare la “normalità della diversità”, non ne sento il bisogno…
E se la società sente questa necessità, visto che il mio obbiettivo è modificare e cambiare certi atteggiamenti e comportamenti propri della società, sento la necessità di mettere in discussione proprio i suoi costrutti più radicati. Oggi non ho bisogno di comportarmi diversamente da come faccio il resto dell’anno♀️