17 maggio 2021🏳️🌈Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia 🏳️🌈
Tutti nascono liberi e uguali in termini di dignità e diritti. In occasione della giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia (IDAHOBIT), l’Unione europea ribadisce il suo fermo impegno a rispettare, proteggere e promuovere il pieno ed equo esercizio dei diritti umani da parte di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI). Un appuntamento che quest’anno ha ancora più risalto perché cade nel pieno della discussione riguardante il ddl Zan.
Sono passati 29 anni da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, e dal 2004, per ricordare la storica decisione che ha causato una rivoluzione del pensiero comune contro stereotipi e pregiudizi, si celebra in tutto il mondo l’International Day against Homophobia, Biphobia and Transphobia (Idahot). Da quel momento, avere una relazione con una persona dello stesso stesso è ufficialmente considerata una “variante naturale del comportamento umano”, come formalizza la definizione dell’OMS.
Con la pandemia di COVID-19 sono aumentati ancor più i livelli di violenza e discriminazione nei confronti delle persone LGBTI, anche per quanto riguarda la violenza domestica, l’incitamento all’odio online e offline e i reati generati dall’odio. Le persone LGBTI sono spesso stigmatizzate e discriminate nell’accesso ai servizi sanitari. Inoltre, la pandemia ha comportato una riduzione dello spazio civico e un aumento degli arresti e delle detenzioni arbitrari, degli attacchi fisici e dei traumi psicologici per i difensori dei diritti umani che tutelano i diritti delle persone LGBTI. Sono atti inaccettabili e l’UE sottolinea l’importanza di porre fine alla loro impunità.
In tutto il mondo le persone continuano a essere vittime quotidianamente di violenza, esclusione e discriminazione a causa dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere, reali o percepiti, o delle loro caratteristiche sessuali. L’UE continua a essere particolarmente inquieta per il fatto che in 69 paesi le relazioni consensuali tra persone dello stesso sesso si configurano come reato e che in 11 di tali paesi l’omosessualità è ancora passibile di pena capitale.
In Italia manca ancora, infatti, una legge che contrasti l’omobitrasnfobia: il provvedimento promosso dal deputato del Partito democratico Alessandro Zan si muove proprio verso questa direzione. Prevede di ampliare il reato di propaganda e istigazione a delinquere (604 bis del codice penale), che non contemplerebbe più esclusivamente i “motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa” ma anche quelli “fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità”. Le associazioni Lgbti hanno organizzato mobilitazioni in oltre 50 piazze italiane (il 15, 16 e 17 maggio) per chiederne l’approvazione in tempi brevi e senza modifiche.
Garantire a tutti il diritto alla libertà di essere se stessi e di amare chi si vuole richiede sforzi congiunti da parte di tutti, ogni giorno. Significa prendere semplicemente atto che l’amico, il parente, il vicino può anche essere gay, o lesbica o trans, ed hanno la stessa dignità e devono avere gli stessi diritti.