Squid Game – A Netflix Series🔴

 

Squid Game – A Netflix Series🔴

Girovagando su internet ho trovato questo articolo su un noto quotidiano…

“Nella scuola primaria “Grassi” a Fiumicino la preside ha diramato una circolare rivolta a docenti e genitori: «Si rende noto che a seguito della visione da parte di alcuni nostri alunni della serie televisiva “Squid Game” prodotta e trasmessa dal canale streaming Netflix, comunque vietata ai minori di 14 anni, sono stati notati, durante i momenti di gioco, dinamiche di emulazione riferibili al suddetto programma, volte a mettere in atto comportamenti di bullismo, cyberbullismo, violenza…. Si sensibilizzano a riguardo le famiglie e i docenti per un’azione educativa condivisa». Quando l’ha letta, la signora Anna è sbiancata. Qualche giorno prima in effetti le era successo di mettersi davanti alla tv a vedere quella serie coreana di cui le avevano parlato tanto bene e – non sapendone nulla – aveva consentito a suo figlio di 9 anni di vederla insieme a lei. Già alla prima scena di cazzotti e nasi rotti, Anna si è resa conto che quello non era uno spettacolo adatto a un bambino, e ha impedito al ragazzo di andare oltre il primo episodio. Ma il pensiero che a scuola potessero scorpire la malefatta, per quanto involontaria, la spaventava. Così, con l’aiuto del padre, ha impartito al piccolo Flavio istruzioni da seguire alla lettera: «Non devi dire MAI a NESSUNO di aver visto quel film, chiaro? Né alle maestre, né ai compagni di classe, né a un amico… A nessuno». Il bambino ha protestato: «Ma i miei amici fanno il gioco del calamaro!». Allora è intervenuto il padre con la sua autorità e la sua saggezza: «Il gioco puoi continuare a farlo, gli schiaffi dateveli pure, ma guai a te se dici che l’hai visto in televisione, chiaro?».Da bambino intelligente qual è, Flavio fino a oggi non si è mai tradito, nessuno ha scoperto la verità. E noi in questo articolo, per tutelare il suo segreto, abbiamo usato nomi di fantasia. Nel frattempo Anna ha continuato a vedere la serie: dice che le è piaciuta molto.”

Devo dire che è inquietante.. sono dovuta  stare obbligatoriamente a casa a causa di una quarantena forzata e sono capitata anche io su questa serie….. Squid Game.

Ne avevo sentito parlare.. avevo letto delle recensioni …la trama è molto semplice:

Corea del Sud. Seong Gi-hun, un uomo divorziato e sommerso dai debiti, viene invitato a giocare ad una serie di giochi tradizionali per bambini per vincere una grossa somma di denaro. Egli accetta l’offerta e si ritrova in un luogo sconosciuto insieme ad altre 455 persone con debiti simili ai suoi. I giocatori sono tenuti costantemente sotto controllo da alcune guardie vestite di rosso, sotto la sovrintendenza di un Front Man. I giocatori scoprono ben presto che chi perde viene eliminato… ma nle vero senso della parola… viene ucciso, e ogni morte aggiunge 100000000  al montepremi finale di 45600000000 ₩ (circa 33000000 ). Gi-hun fa squadra con altri giocatori, incluso il suo amico d’infanzia Cho Sang-woo, per sopravvivere alle sfide fisiche e psicologiche sottoposte dai giochi.

Una trama semplice, giochi elementari, ma di una malvagità inaudita.

Fin dalla prima scena del primo episodio tutta la serie ha un rapporto molto stretto con la nostalgia per l’età infantile. Possiamo capirlo anche noi, perché i giochi che fanno sono giochi da bambini e perché spesso viene detto che tanti dettagli vengono dai loro ricordi, ma per la cultura coreana il biscotto di caramello o quel finto villaggetto in cui i concorrenti si scontrano uno contro uno, per non parlare del gioco del calamaro, sono richiami molto precisi. Per noi è una curiosità, è un interessante contrasto tra ciò che è infantile e ciò che è molto violento, per loro sono campanelli che attirano un sentimento che in noi non può essere scatenato: la nostalgia.

Come abbiamo visto dall’articolo del giornale di prima, molti bambini/ragazzi fanno a gara per copiare queste cose, per far si di sembrare grandi, non capendo che vanno dalla parte sbagliata, che purtroppo queste serie televisive a volte possono dare anche dei messaggi sbagliati… raccontano  comunque  una parte di vita della Corea che neanche noi conosciamo bene.

La serie anche se non in italiano (è in coreano sottolitolata in italiano) è fatta anche bene, posso dire che la fantasia di chi l’ha creata è geniale, però se posso esprimere un mio pensiero e giudizio, quelle immagini non fanno bene al nostro cervello, non fa bene alle persone che si trovano in difficoltà, non fa bene a nessuno soprattutto in questo momento in cui siamo fragili e stressati dal momento storico che stiamo vivendo .

Ho provato a mettermi nei panni di uno di questi giocatori e vi assicuro che mi è salita una angoscia tremenda. Venire eliminati dal gioco significa morire.

La serie, non per tutti i gusti, rende omaggio ai classici giochi di quartiere dei nostri nonni, come ad esempio le biglie protagoniste di uno degli episodi più toccanti, scegliendo di narrare una storia drammatica, che sfrutta i meccanismi del cinema horror e thriller.

«Sai cos’ha in comune una persona senza soldi con una che ha troppi soldi?», chiede uno dei personaggi, «Per entrambi vivere non è divertente». Le disuguaglianze sociali, l’ossessione per i soldi che condiziona la vita (che sia perché se ne hanno troppi o troppo pochi), l’ansia di non riuscire a emergere, la competizione, la difficoltà a creare legami non sacrificabili per mero interesse: Squid Game gioca con tutto questo portandolo all’estremo.

È importante dare ai ragazzi la giusta chiave critica con cui interfacciarsi a questa serie tv e per farlo dobbiamo vederla insieme a loro….se proprio si deve!!.

 

❤️Simonetta❤️

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