🐒💸🐒Se paghi noccioline lavori con le scimmie🐒💸🐒

🐒💸🐒Se paghi noccioline lavori con le scimmie🐒💸🐒

Recita così un famoso adagio ed è sempre bene ripeterlo. Un’espressione idiomatica colorita molto usata nel cinema e non solo…attribuita a James Goldsmith, per descrivere quei datori di lavoro o committenti che pretendono che un lavoro difficile e che necessita tempo per essere svolto venga fatto a regola d’arte ma pagando poco o nulla: ‘if you pay peanuts, you get monkeys’, ovvero ‘se paghi noccioline, ti prendi le scimmie’. Senza voler offendere i simpatici primati, pare ovvio ai più che questi non siano in grado di svolgere mansioni particolarmente difficili e che richiedono competenze avanzate.

Questo modo di dire colorito rispecchia perfettamente ciò che ogni giorno succede a migliaia di lavoratori, sminuiti nella loro professione da comportamenti offensivi, giustificati con la crisi. Il lavoro, soprattutto oggi, non è solo il mezzo attraverso il quale ci procuriamo da vivere,  è anche l’occasione di mettere a frutto i nostri talenti, di sentirci utili agli altri di contribuire assieme agli altri al destino delle nostre comunità; dovrebbe essere sorgente di significato e di autostima, di soddisfazione profonda una strada verso l’eccellenza. Ma non sempre queste opportunità vengono concesse. Non sempre i nostri lavori sono pieni di significato e di opportunità di crescita.

Cresce dunque la quantità ma cala la qualità. Ci sono lavori che alienano, umiliano, che fanno male a chi vi è costretto e alla società, lavori che producono “espropriazione esistenziale” in chi vi si trova intrappolato per necessità. Ci sono lavori senza senso e lavori indegni che rubano senso e dignità a persone, per il resto, degnissime. Perché ci sono lavoratori trasformati nel profondo dai loro lavori. In meglio, ma soprattutto in peggio.

ANTONELLA

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