A due passi da Roma: le spiagge meno note e più belle del litorale🏖

 

A due passi da Roma: le spiagge meno note e più belle del litorale🏖

Sono le spiagge delle località della costa laziale, dall’acqua cristallina di Sperlonga alla sabbia più scura di Tarquinia, vicina a tesori archeologici e non lontana dalla Maremma. Facilmente raggiungibili in treno, ben collegate coi traghetti, ricche di servizi oppure più selvagge e non sempre visitabili. Ce n’è per tutti i gusti: Gaeta e Anzio, coi loro fondali bassi, sono adatte ai bambini, mentre a Formia arriva chi vuole cimentarsi col windsurf. Santa Severa e Santa Marinella regalano panorami unici, a Nettuno c’è Torre Astura che non sempre è accessibile: vale la pena approfittarne, insomma. Ecco una guida alle più belle località di mare della nostra regione: ci sono dritte sul come arrivare (anche per chi non ha un’automobile e predilige una mobilità più green), sul dove mangiare, sul dove dormire. E anche le chicche da non perdere, tra un tuffo e l’altro.

Anzio, l’orgoglio romano

Orgoglio dei romani, Anzio è l’unica bandiera blu (oltre a Trevignano, sul lago di Bracciano) della provincia capitolina. La comodità maggiore è quella di avere Roma a un’oretta circa. Diverse le attività da fare, oltre a quelle previste nelle grandi spiagge dai fondali bassi: Anzio ha un porto e pertanto si può partire per gite, ma per gli amanti di storia e archeologia c’è la Villa Imperiale di Nerone. Un altro luogo culturale che si aggiunge al Museo Civico Archeologico (e non solo), mentre alla Riserva Naturale di Tor Caldara si può ammirare la macchia mediterranea.

Come arrivare: la stazione dei treni è molto centrale (da Roma si arriva in un’ora circa) e poco distante dal porto, servito peraltro da collegamenti veloci verso le isole pontine durante la stagione estiva. In prossimità del porto ci sono poi stabilimenti di vario tipo. Dalla stazione di Anzio Colonia si possono raggiungere poi altri stabilimenti balneari. In macchina si arriva con la Pontina, uscendo ad Aprilia e passando internamente per Campo di Carne fino alla costa. Gli aeroporti di riferimento sono Fiumicino e Ciampino.
Dove dormire: b&b Villa Viviana e hotel Riviera sono due indirizzi validi. Numerosi, invece, gli appartamenti che si trovano in affitto.
Dove mangiare: al lido Ondina sono da non perdere antipasti, tartare, grigliate e la cacio e pepe con gamberi appena scottati, ma soprattutto la cremosissima cacio e pepe con gamberi appena scottati. Altri indirizzi di cui provare la cucina sono OltreMare, Terrazza, Il Riccio, Da Antonio al Porto, La Stanzetta, Da Alceste al Buon Gusto.
Da non perdere: il Museo dello Sbarco racconta, come si evince dal nome, lo sbarco di Anzio, operazione militare della seconda guerra mondiale.
Curiosità: ad Anzio vi è il Cimitero Inglese della II Guerra Mondiale con annesso Museo dello Sbarco. Qui morì anche il padre di Roger Waters, celebre bassista dei Pink Floyd, a cui è stata anche riconosciuta la cittadinanza onoraria dal Sindaco. Ad ogni concerto italiano, Waters si reca ad Aprilia per far visita al padre Erich Fletcher Waters. Nel brano “When The Tigers Broke Free” dei Pink Floyd, viene citata la città di Anzio: “E la testa di ponte di Anzio  fu mantenuta  al prezzo di alcune centinaia di vite comuni”.

Formia, il piccolo paradiso al centro di tutto

È un punto di partenza perfetto per visitare i dintorni. Ma non si tratta solo di una zona comoda per fare base, dato che da qui partono i traghetti per le isole: la cittadina è a misura di turista e vanta ogni tipologia di servizio. Le spiagge di Vindicio sono perfette per le famiglie, con tanto di campi di beach volley e scuole per imparare a fare windusurf, lo sport d’acqua prediletto della zona, tanto che in tempi pre-Covid qui si svolgeva anche un festival che ha più volte riunito esperti e appassionati da tutta italia. Per gli amanti dell’archeologia, a Formia è ancora possibile visitare il Cisternone Romano risalente al I sec. a.C., tra i più antichi del mondo.

Come arrivare: è comodo raggiungere la località in treno, nonostante la stazione non sia vicina al mare. Se si devono raggiungere le isole, è possibile acquistare la soluzione combinata “Formia Link” direttamente dai canali di vendita Fs: il ticket dalla stazione al porto e viceversa è gratuito e gli orari treno e bus sono armonizzati per favorire gli spostamenti. L’aeroporto più vicino è quello di Napoli Capodichino, chi si muove in macchina da Roma prende la Pontina o l’Autostrada del Sole con uscita a Cassino, proseguendo poi per la Strada regionale 630.

Dove dormire: l’area del lungomare di Vindicio pullula di appartamenti da affittare, comodi per famiglie ma anche per gruppi d’amici. Tra gli hotel: Miramare, Bajamar, Tirreno, Kora Park, Klaton.

Dove mangiare: Chinappi apre nel 1957 e ancora oggi è un punto di riferimento per cittadini e turisti, che qui si recano per gustare ricette locali. Lo stesso vale per Il Gatto e la Volpe. Mamma Petta è l’indirizzo giusto se si vuole una pizza, mentre da Bellablu, gastropescheria, si va per aperitivi e cene con crudi di pesce. Una buona enoteca: Telaro. Per il gelato, invece, Gretel Factory. Il cornetto (anche quello di mezzanotte) si gusta al Bar Elsa.

Da non perdere: al porticciolo di Caposele si possono affittare dei gommoni (anche per chi non ha la patente nautica) per vivere il mare da una prospettiva diversa. Si arriva in tutta tranquillità anche fino a Sperlonga. Gli intermezzi sono grotte e tuffi nell’acqua cristallina.

Curiosità: la stazione di Formia, inoltre, è stata immortalata in una scena del celebre film Febbre da Cavallo del regista Steno e con protagonista Gigi Proietti. Sul lungomare di Vindicio c’è ancora la casa di Alberto Sordi.

Gaeta, gioiello della Riviera di Ulisse

Gioiello della Riviera di Ulisse, Gaeta è un posto di vacanza perfetto per tutte le età. Chi ha una propria imbarcazione può attraccare al porto, ma è vasta la scelta per dormire in hotel o per affittare una dimora. Da non perdere la parte vecchia di Gaeta, con il Tempi di San Francesco e il Santuario della Santissima Annunziata. La famosa “montagna Spaccata” nasconde varie leggende, mentre il lungomare è perfetto per passeggiare la sera. Uno dei simboli della città è anche il Castello Angioino-Aragonese. Un’altra chicca: l’area del Monte Orlando, con le Polveriere e il Mausoleo di Lucio Munazio Planco.

Come arrivare: la stazione dei treni più vicina è quella di Formia-Gaeta, che però è a Formia. Ciononostante la cittadina si raggiunge agilmente con le linee dei bus Cotral. Per arrivare in macchina si percorrono la 148 Pontina o la E54, uscendo al casello di Cassino. Fiumicino, Ciampino e Napoli Capodichino sono gli aeroporti di riferimento.
Dove dormire: la scelta è piuttosto vasta. L’hotel Mirasole International ha la piscina, come anche Villa Irlanda. Magica la vista dall’hotel Gajeta, mentre il Grand Hotel Le Rocce e il Summit Hotel si trovano in una posizione privilegiata sul mare. Altri nomi: Il Ninfeo e l’Aeneas Landing Resort.
Dove mangiare: in qualsiasi forno si può entrare per gustare la famosa tiella. Da Comeilmare, in un’atmosfera informale, si gustano crudi, primi, secondi, panini con pesce e il votapiatto, una frittatona (ma senza uova) di calamarelle locali. Voglia di panino? Ci sono Lo.Go. e Crew Burger, mentre per la carne ecco Cellar Door. Scirocco bistrot punta su sapore e presentazione, Dolia, invece, ambisce alla stella Michelin.
Da non perdere: impossibile non aver mai sentito parlare della famosa “montagna Spaccata” di Gaeta. La montagna porta con sé suggestive leggende: la più conosciuta è quella della Mano del Turco che vive negli scalini a ridosso del mare. La storia narra che in questi luoghi si nascondessero pirati saraceni pronti ad attaccare le navi nemiche e che uno di essi un giorno toccò la montagna. Questa divenne morbida e si deformò sotto il suo palmo. Per questo, attraversando il percorso è possibile notare un’impronta nella roccia. Una scritta in latino, posta al fianco della mano, cita: “Un incredulo si rifiutò di credere ciò che la tradizione riferisce, lo prova questa roccia rammollitasi al tocco delle sue dita”.
Curiosità: il trenino che vedete passare per il lungomare non è solo un divertimento per i bambini. Ma consente di parcheggiare in zone più lontane dal centro: con pochi euro ecco servito il percorso andata e ritorno, senza troppo stress per un parcheggio più comodo.

Sperlonga, la regina della Riviera di Ulisse

Il mare di Sperlonga è probabilmente il più bello della zona, se non il più limpido della Riviera di Ulisse. Le vacanze, qui, sono perfette per tutti: per le giovani coppie che tra un tuffo e l’altro si possono concedere cenette romantiche, per i gruppi d’amici che possono divertirsi con gli aperitivi e per le famiglie, grazie ai fondali bassi. Il borgo è un gioiellino, anche se non pratico per chi ha al seguito un passeggino o per i turisti diversamente abili. Sperlonga, infine, è una base perfetta da cui partire per scoprire i tesori della zona. Per gli appassionati di archeologia, per esempio, ci sono le Grotte della Villa di Tiberio. Il tramonto? Da Torre Truglia. Con un gommone si vive il mare da un’altra prospettiva.

Come arrivare: anche se la stazione è nell’entroterra, è comunque possibile raggiungere la cittadina grazie ai collegamenti del trasporto pubblico che percorrono 12 km. In macchina si arriva con la Pontina o con l’Autostrada del Sole (E54), uscendo a Frosinone. I riferimenti aeroportuali sono quelli di Fiumicino e Ciampino.
Dove dormire: si può affittare uno tra i tanti appartamenti che durante l’estate diventano il luogo perfetto dove fare base. Attenzione, però, alla loro posizione: per passeggini, bambini, anziani e persone diversamente abili il borgo potrebbe non essere l’ideale. Tra gli hotel: Virgilio, Belvedere, Marconi, Casamediterranea, Grotta di Tiberio. L’albergo La Sirenella ha una spiaggia privata.

Dove mangiare: il bar La Piazzetta è un luogo di ritrovo; La Califfa, Capricci di Mare, Altrò, Cru e Mudejar sono indirizzi validi. Il lido perfetto per gruppi d’amici, dove gustare tartare, ricche tagliate di frutta e fare aperitivi tra un tuffo e l’altro è Riva San Rocco.

Da non perdere: il borgo di Sperlonga di sera è un tuffo nei colori del Mediterraneo. Tra botteghe e pavimentazione antiche, tra casette bianche e dettagli blu, sembrerà alle volte di essere un po’ in Grecia e un po’ in Turchia. Girando più di qualche angolo ci si trova davanti a scorsi magnifici da immortalare.

Curiosità: le Grotte della Villa di Tiberio sono raggiungibili anche dalla spiaggia; fortunatamente, ancora oggi, è possibile ammirarne la magnificenza e la struttura con visite guidate.

Tra i vicoli senza tempo di Minturno

Coi suoi vicoli e le sue stradine, il centro storico di Minturno è sicuramente da non perdere, dati anche i resti di antiche costruzioni romane (e infatti c’è anche il Comprensorio Archeologico Minturnae). Da scoprire sono la chiesa di San Francesco, che conserva un affresco della Madonna delle Grazie, protettrice della città, ma anche la chiesa della Madonna della Libera e quella di San Pietro. Minturno vanta anche un castello baronale. Per gli amanti della natura, infine, c’è il Parco Naturale Regionale Gianola e Monte di Scauri.

  • Come arrivare: in treno, da Roma, si scende alla stazione di Minturno-Scauri e si può raggiungere la città con varie linee di autobus. si arriva comodamente con l’Autostrada del Sole E54, uscendo al casello di Cassino e percorrendo le strade regionali interne fino alla costa. Fiumicino e Ciampino sono gli aeroporti più vicini.
    Dove dormire: alcuni indirizzi validi sono Villa Cipriano, Livingapple Beach, Alloggio.
    Dove mangiare: tra i nomi di ristoranti e locali che si trovano nei dintorni di Minturno, ecco a Scauri Il Macello, la Bottega dell’Artista, Dal Console per un drink in compagnia. A Minturno, invece, da fine maggio e fino a settembre, la cornetteria Hot Spot farcisce cornetti, bombe e ciambelle, con cui realizza anche “spiedini” speciali. Da non perdere anche a mezzanotte.
  • Da non perdere: il Museo Etnografico Aurunco racconta della storia della civiltà contadina e dei costumi locali.
  • Curiosità: per mantenere viva la memoria di questo territorio, la comunità di Minturno ha voluto creare un “Percorso della Memoria”, un itinerario per ammirare le peculiarità del borgo antico che si chiude con una passeggiata panoramica.

Montalto Di Castro (Marina), la meta senza ombrellone

Quello di Montalto di Castro è un territorio da esplorare in lungo e in largo. Può non essere una classica vacanza da “ombrellone”: le giornate al mare, qui, possono essere intervallate con quelle a spasso per il territorio. Oltre al grazioso centro storico medievale, infatti, sono da scoprire le bellezze antiche del Parco Naturalistico Archeologico di Vulci. Tra gli edifici principali ci sono il Castello Guglielmi e il Palazzo del Comune, in piazza Giacomo Matteotti, che dista pochi minuti dal Teatro Comunale Lea Padovani. E appena fuori dal centro, ecco anche le fontane. Infine: immergendosi nella Maremma, alla fattoria Montauto si possono fare degustazioni di vini.
Come arrivare: si può arrivare in treno scendendo alla fermata Montalto di Castro, che però è decentrata rispetto al centro cittadino. In macchina si arriva attraverso la E80, passando per le varie località marittime del Lazio (Ladispoli, Santa Marinella etc). Per gli aeroporti si fa riferimento a Fiumicino e Ciampino.
Dove dormire: dall’hotel agli appartamenti, passando per campeggi e b&b, la scelta è piuttosto vasta. Ecco qualche nome: California Camping Village, Casale La Rovere, Casalventodimare e Tramontana, Tenuta di Pontesodo, La Pecora Ladra Appartamenti.

Dove mangiare: alcuni indirizzi da segnare sono Enoteca Quattro Ruote, Pira, Risto’, Picchio Rosso, Capriccio di mare.
Da non perdere: il Parco Naturalistico Archeologico di Vulci è meta degli appassionati di archeologia e non solo. Lungo il perimetro del parco, infatti, ecco il fiume Fiora, che finisce poi nel laghetto del Pellicone. A poca distanza ci sono il Castello dell’Abbadia e il Ponte del Diavolo.
Curiosità: nell’entroterra, a una trentina di chilometri, ci sono le Terme di Vulci, con tanto di glamping tra gli ulivi e vasca idromassaggio privata (non per tutte le tende di lusso). A una cinquantina di chilometri, invece, presso La Piantata, si può provare l’emozione di dormire su un albero

Tarquinia (Lido), tra mare e archeologia

Mare, ma anche natura e archeologia. È una vacanza “completa”, quella da fare a Tarquinia e dintorni, perfetta per lo più per famiglie e coppie. Da non perdere – oltre al centro storico della città e al suo duomo, intitolato a Santa Margherita – è la Necropoli etrusca di Monterozzi, con oltre 200 tombe dipinte, ma per approfondire la materia c’è il Museo nazionale etrusco, all’interno di Palazzo Vitelleschi. Un’altra area archeologica da visitare è quella di Gravisca. Da scoprire, anche la chiesa romanica di Santa Maria in Castello. Tante le spiagge dove rilassarsi, tra sabbia e pinete mediterranee.

Come arrivare: per chi si sposta in treno c’è il regionale che impiega 1ora e venti minuti per arrivare a Tarquinia città. Da lì si può prendere la Linea BC del trasporto pubblico locale per raggiungere il litorale. La località è raggiungibile in auto percorrendo la E80. Gli aeroporti di riferimento sono quelli di Fiumicino e Ciampino. Il porto di Civitavecchia è a un quarto d’ora.
Dove dormire: numerosi i posti da consigliare ci sono La Torraccia, Villa Tirreno, Villa Hotel Valle del Marta Resort, Civico Zero Resort, Camere del Re, b&b I Tre Camini, Palazzo Castelleschi, Valverde Guest house, b&b Chiostro San Marco, Podere Giovanni Olivo, Agriturismo Pian di Spille, Lupo Cerrino, b&b Antiche Mura.
Dove mangiare: ecco alcuni indirizzi da segnalare: Coco’s, Patisserie per i dolci, Gusto Bistrot, Horta Grill Bar, Telopreparoio, Pane Pelle Vino Beach.
Da non perdere: la Necropoli etrusca di Monterozzi, con oltre 200 tombe dipinte, è sostanzialmente un tesoro di immenso valore, poiché mostra l’arte etrusca.
Curiosità: l’unica salina del Lazio si trova proprio qui. Si chiama Riserva naturale saline di Tarquinia. Si estende per 150 ettari e accoglie per tutto l’anno uccelli come fenicottero, airone cinerino e altri.

Latina, una scelta di vita

Stabilimenti balneari e locali da un lato e un arenile selvaggio dall’altro. Ha due facce il litorale di Latina, che per l’ottavo anno consecutivo si fregia della bandiera blu. Le ampie spiagge sabbiose che caratterizzano il lido del capoluogo pontino hanno Capoportiere come spartiacque. Da Capoportiere a Foce Verde, infatti, vi sono numerosi bar, ristoranti e negozi. L’area è urbanizzata. Ampia anche l’offerta di seconde case. L’ideale per famiglie con bambini che, attraversando solo la strada, possono mettere subito i piedi sulla sabbia. Da Capoportiere a Rio Martino l’unico servizio è invece quello dei caratteristici chioschi stagionali, dove si può comunque mangiare e noleggiare attrezzature balneari. Un’area quest’ultima ancora intatta, caratterizzata dall’antica duna e dalla macchia mediterranea che vi cresce rigogliosa, immersa nel Parco Nazionale del Circeo. Con la strada lungomare che separa il mare dalla duna che degrada dalla parte opposta verso il lago di Fogliano, uno dei quattro laghi salmastri parte dell’area naturale protetta. Il lido di Latina inoltre è perfettamente raggiungibile con una comoda pista ciclabile e discreta è anche l’offerta di parcheggi.

Come arrivare: chi si sposta in treno può scendere alla stazione ferroviaria di Latina Scalo e arrivare nel centro cittadino con i bus del trasporto locale o in taxi. In auto da Roma si arriva con la 148 Pontina oppure da sud uscendo al casello autostradale di Frosinone o Valmontone e seguendo poi le statali e le provinciali che tagliano l’agro pontino. Gli aeroporti di riferimento sono quelli di Fiumicino e Ciampino.
Dove dormire: ampia l’offerta di albeghi, partendo dal centrale Hotel Europa, con una suggestiva terrazza dove cenare ammirando la città dall’alto. Direttamente sul lido ci sono poi numerose strutture, come l’hotel Fogliano e l’hotel Miramare. Per le famiglie comodissime inoltre le tante case che vengono affittate in estate tra Capoportiere e Foce Verde.
Dove mangiare: imperdibile per gli amanti della buona cucina e dei vini raffinati l’enoteca dell’orologio in piazza del Popolo. A due passi dal mare da non perdere Made in Italo Il Velletrano, il Tarantino e Punto Loran, dove vengono serviti i gustosi piatti della tradizione.
Da non perdere: una passeggiata al tramonto tra i monumenti dell’architettura razionalista nel centro di Latina, un gelato al Polo Nord, all’ingresso del Parco pubblico dedicato a Falcone e Borsellino, e una passeggiata all’interno del borgo di Fogliano, dove trascorreva le vacanze la nobile famiglia Caetani e adesso una delle perle del Parco del Circeo, un luogo che è stato anche set per diversi film, tra cui Quo Vado? con Checco Zalone.
Curiosità: Archeologia e ottimi vini. Quando si parla di Borgo Le Ferriere, a due passi dal capoluogo pontino, il binomio è inscindibile. In quell’area, da tempo oggetto di scavi, sono state trovate preziose testimonianze della civiltà volsca e romana, partendo dal tempio dedicato alla Mater Matuta, e la vicina Cantina di Casale del Giglio, che ha lasciato anche dei propri terreni agli archeologi per ampliare le ricerche, da tempo vi produce dei vini che non mancano ormai nei principali ristoranti del Lazio.

sabaudia

I romani la adorano e tanti vip vi hanno acquistato lussuose ville, molte direttamente sulle dune. Un set a cielo aperto, che continua ad attrarre diversi registi. Il centro balneare pontino più gettonato è indubbiamente Sabaudia, cuore del Parco Nazionale del Circeo e caratterizzata da una sabbia fine e dorata che attrae tanti vacanzieri sia italiani che stranieri. Unico il suo litorale, dominato dal promontorio del Circeo. Una terra meravigliosa, divisa tra la più antica foresta europea di pianura, i laghi salmastri e il mare. Dalla Bufalara a Torre Paola sono numerosi gli stabilimenti balneari e i chioschi. Gettonatissimo il lido Saporetti, all’ombra di Torre Paola, irresistibili soprattutto per i giovani Le Streghe e il Lilandà e, soprattutto per gli ottimi piatti, sempre più in voga il chiosco Da Mauro. Diverse ormai anche le strutture che offrono corsi di surf e canoa.

Come arrivare: in treno la stazione più vicina è quella di Priverno-Fossanova, da cui si può arrivare nella città delle dune con i bus del Cotral. In auto, da Roma, Sabaudia si raggiunge percorrendo la 148 Pontina e per chi viene da sud percorrendo la Flacca oppure l’autostrada, uscendo al casello di Frosinone e proseguendo poi sulla Monti Lepini.
Dove dormire: lussuoso e direttamente sul mare, un hotel di grande fascino è l’Oasi di Kufra. Tanto direttamente sul lungomare quanto all’interno diverse  sono però le offerte delle strutture alberghiere e dei B&B. Molti optano invece per una delle tante case in locazione o per affittare una delle lussuose ville sulle dune, diventando per qualche settimana vicini di Malagò, Totti e altri vip. Per chi preferisce immergersi invece nella natura del Parco e fare solo pochi passi per raggiungere la spiaggia, ci sono anche i camping, come il Lilandà e il camping Sabaudia.
Dove mangiare: l’offerta dei chioschi, tra primi piatti a base di vongole e grigliate di crostacei, è ottima. Impossibile poi non concedersi al tramonto un aperitivo all’Oasi di Kufra o da Saporetti. Per tirare fino a tardi d’obbligo una tappa al London Pub o al Maluga. Da provare a Lo Zeffiro dei fratelli Mizzon i cannolicchi alla brace. E d’obbligo un cocktail nella piazza centrale al bar L’Incontro, immersi nell’architettura razionalista.
Da non perdere: non si può andare in vacanza a Sabaudia e non  fare un’escursione in canoa sul lago di Paola, ammirando i resti della villa di Domiziano, accompagnati dalle ottime guide della Circeo Be Wild. Assolutamente da provare un’escursione in notturna nella foresta del Parco Nazionale del Circeo, dove gli esperti di Pangea spiegano come ascoltare i rumori del bosco e riconoscere gli animali anche solo dall’odore.
Curiosità: tra Rio Martino e la Bufalara c’è la cosiddetta strada interrotta, un tratto di Litoranea chiuso al traffico dove la natura è tornata a farla da padrona. A piedi o in bici, tra dune, mare e zone umide, dove pascolano libere le bufale, quella passeggiata fa sì che si possano ammirare paesaggi incredibilmente simili a quelli africani. Notevole anche la zona dei Pantani d’Inferno, dove fanno tappa tanti uccelli acquatici e dove da qualche tempo spesso si fermano pure i fenicotteri.

Fondi, la scelta per le famiglie (e surfisti)

Il litorale di Fondi, meno noto di altri centri balneari pontini, ha spiagge ampie di sabbia fine, dune e nei pressi dell’arenile folte pinete, dove sono stati realizzati numerosi camping. Una meta adatta soprattutto a famiglie con bambini e camperisti. Le onde che caratterizzano il lido fondano sono poi particolarmente apprezzate da chi pratica kitesurf e windsurf. Ottima infine l’offerta di stabilimenti balneari. Tra i più gettonati il lido Il Grillo, Il Gabbiano blu e L’Oasi di Tahiti.

Come arrivare: Fondi ha una propria stazione ferroviaria. In auto, per chi viene da Nord, si può percorrere l’Appia e poi la Flacca, oppure uscire sull’A1 al casello di Frosinone, raggiungere Terracina con la Monti Lepini e prendere poi la Flacca. Quest’ultima è invece il principale collegamento per chi arriva da sud. Per quanto riguarda gli aeroporti, la distanza è la stessa tanto da Fiumicino quanto da Napoli Capodichino.

Dove dormire: Oltre ai camping, ai tantissimi B&B e ai numerosi appartamenti in affitto, per chi cerca relax e un ambiente particolarmente confortevole apprezzato il relais SarAnd, in via Monte Calvo.

Dove mangiare: Notevole l’offerta di piatti di pesce del ristorante Divina Giulia. Per chi invece vuole degustare i saporiti primi a base di funghi da provare La Magnatora. Fondi è un paradiso soprattutto per chi ama frutta e verdura. In città c’è infatti il più grande mercato ortofrutticolo d’Italia, il Mof, e l’offerta è sembre ampia. Da provare poi le “ciammotte”, le lumache servite con condimenti robusti, e il pesce del lago, in particolare il saporito cefalo calamita. Sfiziosi i tutari, ovvero le pannocchie alla brace, tipiche della tradizione contadina.

Da non perdere: Affascinante la visita al centro storico di Fondi, dominato dal castello baronale, con vicino numerosi locali caratteristici, e quella al monastero di San Magno. Caratteristico e ottimo pure come meta per una cena il quartiere ebraico, quello della Giudea. Per le coppie, all’imbrunire, merita invece una passeggiata sulle sponde del lago, dove si possono anche affittare pedalò e canoe. Emozionante infine passeggiare sull’Appia Antica, in un tratto molto ben conservato e che consente di immergersi per qualche tempo nella storia dell’antica Roma.

Curiosità: nel quartiere La Giudea c’è la cosiddetta Casa degli Spiriti, tappa fissa per gli amanti del mistero, che credono sia infestata dai fantasmi e che ospita il Museo del Medioevo Ebraico. Un’opera d’arte poi il paesaggio rurale attorno a Fondi, caratterizzato dagli aranceti che affascinarono pure Madama de Stael, Goethe e Chateaubriand. “Splendon tra le foglie verdi, arance d’or…”, scrisse Goethe dopo aver fatto tappa a Fondi.

Ventotene, l’isola dei sub

Luogo di confino durante il regime fascista, oggi Ventotene, nell’arcipelago delle isole pontine, è un paradiso blu, tanto che da tempo è area marina protetta, ed è una tappa fissa per i sub. Più raccolta e meno caotica di Ponza, l’isola è particolarmente adatta per le vacanze con i bambini, per chi è in cerca di relax e per le coppie che vogliono trascorrere qualche giorno all’insegna dell’intimità. Un luogo dove il tempo scorre lentamente e diventato anche il simbolo dell’Europa unita, dove venne scritto il noto Manifesto, gettando i primi semi di quella che è oggi l’Ue.

La costa è in larga parte rocciosa, ma non mancano le spiagge. Cala Nave è la più vicina al centro abitato, è caratterizzata da sabbia scura e vi si possono affittare ombrelloni e lettini. Nei vicini scogli del faro vi sono poi diversi spazi dove potersi stendere a prendere il sole e vi è ugualmente la possibilità di noleggiare attrezzature balneari. I più preferiscono però affittare una barchetta e tuffarsi in luoghi nascosti e lontano dalla folla. Imperdibili invece per le immersioni, grazie anche agli organizzatissimi diving isolani, Punta Pascone, con un fondale di 15 metri, e la Secca dell’Archetto, con un tunnel subacqueo popolato da spugne. Alle Sconciglie, dove si trovano diverse grotte marine, la leggenda narra che vi fossero le sirene che tentarono Ulisse, ma da provare è pure un’immersione dove si trova il relitto del Santa Lucia, traghetto affondato durante la seconda guerra mondiale, e alla secca della Molara, nei pressi dell’isolotto di Santo Stefano, dove si può facilmente incontrare anche un’enorme colonia di barracuda.

Come arrivare: Il porto più vicino per raggiungere Ventotene è quello di Formia (da raggiungere comodamente in treno e arrivando al porto con il link Fs). L’isola è collegata alla terraferma da traghetti, con una traversata di circa due ore, e aliscafi, con una traversata di circa un’ora. A Formia si può arrivare in treno oppure in auto dalla Flacca. L’isola è inoltre raggiungibile dai porti di Terracina, Ischia e Napoli.
Dove dormire: Diverse le strutture ricettive e le case in affitto. Tra gli hotel i più richiesti sono l’Isolabella, Villa Iulia e Calabattaglia. Da tempo molti optano però per i tanti e accoglienti B&B.
Dove mangiare: Tra un bagno e l’altro comodo e ottimo il ristorante Il Brigantino, vicino agli scogli del faro. Per un aperitivo o una cena veloce da provare l’Isola dei sapori, al porto romano, o la Lampara, apprezzato anche per le crudité. Irrinunciabili una colazione al bar Verde, nella piazza principale, e una cena sulla terrazza liberty del ristorante Marisqueria. Prima di partire vanno provate la zuppa con le gustose lenticchie di Ventotene  e la murena in scapece, bocconcini di murena fritti, con cipolle, foglie d’alloro e pinoli. Insuperabili i paccheri con rana pescatrice e capperi e i calamari ripieni. Particolare infine la cianfotta, un piatto di asparagi, patate, piselli, fave e carciofi.
Da non perdere: Dopo una giornata immersi nelle acque blu dell’isola, magnifica la visita ai resti di Villa Giulia, a Punta Eolo, dove il personale del Museo Archeologico organizza anche visite guidate, e alle cisterne romane di Villa Stefania e dei Detenuti, dove si notano anche i graffiti relizzati dai carcerati in epoca borbonica. Messi i sentieri in sicurezza, quest’anno sono riprese le visite al carcere borbonico sull’isolo di Santo Stefano, dove sono in corso i lavori per un’imponente opera di recupero e valorizzazione. Tra quelle mura fu imprigionato, tra gli altri, Sandro Pertini, e fino al 1965 è stato un luogo di pena per gli ergastolani. Prima di ripartire d’obbligo entrare nella piccola libreria L’Ultima Spiaggia, dove vengono organizzati anche diversi appuntamenti culturali.
Curiosità: nel locale cimitero riposa Altiero Spinelli, autore del Manifesto di Ventotene e tra i padri dell’Europa unita. Il 19 e il 20 settembre c’è la festa di Santa Candida, patrona dell’isola, e il cielo si riempie di colorate mongolfiere di carta realizzate ogni anno dagli isolani. Da qualche tempo, nei pressi di Ventotene, non è raro avvistare i capodogli.

Ponza, il paradiso delle barche

Una vera e propria calamita per i giovanissimi, per chi trascorre le vacanze in yacht o barca a vela, comprese le star di Hollywood, e per le coppie. Ponza non perde mai il suo fascino ed è adatta a un pubblico diversificato, tanto a chi vuole lasciarsi travolgere dalla movida quanto da chi si vuole lasciare cullare dalle onde in una caletta solitaria al tramonto. L’unica spiaggia realmente accessibile dell’isola, collegata con un servizio di taxi boat dal porto borbonico, è quella di Frontone. Per chi non si scoraggia quando c’è da fare qualche passo in più, affascinante poi fare un bagno alle piscine naturali, nella zona di Le Forna, o sulla spiaggia di ciottoli, che si raggiunge sempre in taxi boat, di Lucia Rosa.

Quanti non possono godere di una vacanza in barca, imperdibile però il noleggio di una barchetta in porto e il periplo dell’isola dove, ammirando spesso le evoluzioni dei tanti delfini, fare un tuffo in tutti gli angoli più belli: di fronte a Chiaia di luna, dove la spiaggia è ancora inaccessibile, nel braccio di mare che separa Ponza dall’isolotto di Gavi, a Cala Inferno, Cala Gaetano e al Core. Strepitose pure le immersioni, organizzate dai tanti diving. Adatta a tutti un’immersione a Le Formiche, scogli affioranti da cui si può arrivare fino a una profondità di 54 metri, quella al relitto LST 349, nave affondata nel 1943, e alla secca dei mattoni.

Come arrivare: Ponza è raggiungibile, con traghetti, aliscafi o navi veloci, dai porti di Anzio, San Felice Circeo, Terracina, Formia e Napoli.

Dove dormire: famiglie e coppie che vogliono magari lasciarsi coccolare nel centro benessere non possono non provare almeno una volta il Grand Hotel Santa Domitilla. Suggestivo anche l’hotel Gennarino a Mare. Comodi e confortevoli poi, vicino al porto, l’hotel Mari e il Feola. Ampia infine l’offerta anche di appartamenti in affitto, soprattutto, per chi è in cerca di relax, nella zona delle Forna.
Dove mangiare: per crudité e piatti fantasiosi, con la cucina che si fa arte, imperdibile una cena al ristorante Acqua Pazza. Suggestivo e ugualmente adatto a chi ha anche voglia di sperimentare Orerock, sulla spiaggia di Santa Maria. Per degustare gli ottimi piatti della tradizione isolana e godere di una vista affascinante, notevole anche Eea. Come piatti non si possono non assaggiare le linguine con le aragoste appena pescate e il casatiello ponzese, rivisitazione dolce del casatiello napoletano. Da degustare però anche i vini che vengono prodotti sull’isola, nella zona del Fieno, spesso da vigneti che risalgono al periodo borbonico, con viti piantate dai coloni provenienti dalla Campania. In quello spicchio di terra battuto dal vento, dove sopra le viti si vede scendere in picchiata il falco pellegrino, ci sono ancora alcuni contadini che trasformano la vendemmia in un rito pagano, tra letture di poesia e ampie tavolate dove far festa con gli amici.
Da non perdere: d’obbligo il periplo dell’isola in barca, ammirando anche le particolari formazioni rocciose prodotte nel tempo dall’attività vulcanica e che infondono dei colori sensazionali a Ponza. Da mare notevoli le grotte di Pilato con le peschiere romane. Affascinanti pure le cisterne romane, partendo da quella della Dragonara. Noleggiando magari uno scooter, imperdibile un selfie dall’alto con la bianca falesia di Chiaia di luna sullo sfondo. Per gli innamorati appuntamento fisso invece la sera su corso Pisacane, la via dello struscio, facendo acquisti nelle tante botteghe di artigiani. Ma restando ai bagni di sole e di mare, grazie anche alle tante gite che vengono proposte, almeno una volta va fatta un’escursione a Palmarola, ritenuta una delle isole più belle del Mediterraneo, disabitata e dove vi sono le famose case-grotta, un tempo utilizzate dai ponzesi come deposito di attrezzi agricoli.
Curiosità: acque limpidissime pure nella vicina isola di Zannone, parte del Parco Nazionale del Circeo, dove vive ancora una piccola colonia di mufloni, portati lì ai tempi in cui era una riserva di caccia, e dove si trovano i resti della villa comunale diventata nota per le feste proibite quando era in affitto al marchese Camillo Casati Stampa e dove sono state scattate tante delle foto sexy della moglie Anna Fallarino, che hanno riempito le riviste dopo il duplice omicidio-suicidio.

La spiaggia selvaggia di Torre Astura

Selvaggia, off limits durante l’anno perché inserita all’interno del locale Poligono Militare e dominata dalla torre duecentesca costruita dai Frangipane, dove venne ucciso Corradino di Svevia, Torre Astura è una spiaggia selvaggia e con un mare fantastico. Adatta a chi vuole immergersi nella natura e ama le spiagge libere. Anche quest’anno, grazie a un accordo tra il Comune di Nettuno e la Difesa, resterà aperta tutti i giorni, dalle 8 alle 19, fino al 31 agosto, e con gli stessi orari, solo nei giorni di sabato e domenica, anche dal 1 al 15 settembre.

Come arrivare: da Nettuno si raggiunge percorrendo la strada provinciale Acciarella, che porta a Latina. Attraversato il bosco del Foglino, dopo circa 5 chilometri, al primo incrocio si gira a destra in direzione Foce Verde e, dopo 3 chilometri, si arriva al parcheggio, dove lasciare l’auto e proseguire a piedi lungo un sentiero che conduce all’arenile. A Nettuno c’è anche una stazione ed è in pieno centro: a poca distanza a piedi dal borgo vecchio, Castello Sangallo e da stabilimenti balneari con ampie spiagge e molto bene attrezzati.
Dove dormire: A Nettuno ottimi l’Astura Palace hotel e lo Scacciapensieri. Soprattutto per le famiglie con i bambini una buona soluzione è anche il camping village Isola Verde.
Dove mangiare: Da provare gli spaghetti alla chitarra all’aragosta da SottoSopra e quelli con le telline da Romolo al Borgo, nel caratteristico borghetto medievale di Nettuno. Per chi non vuole rinunciare alla cucina etnica di livello c’è il Sushi Art Day. Da assaggiare però prima di ripartire da Nettuno pure le rane fritte, uno dei piatti simbolo della cucina locale.

Da non perdere: una passeggiata sulle ampie spiagge di Nettuno, nei pressi del porto, teatro insieme a quelle di Anzio dello sbarco durante la seconda guerra mondiale. Merita una visita pure il forte San Gallo. Da programmare infine un’escursione nel bosco di Foglino, magari facendo sosta al caratteristico laghetto Granieri.

Curiosità: numerosi i film girati sulla spiaggia di Torre Astura. Si va dalla miniserie televisiva Pinocchio a L’arcidiavolo e Brancaleone alle crociate, con Vittorio Gassman, dallo sceneggiato televisivo L’amaro caso della baronessa di Carini al film Salvo D’Acquisto di Romolo Guerrieri, fino a Cleopatra con Elizabeth Taylor. A descrivere quell’arenile selvaggio, su un litorale un tempo regno incontrastato dei bufali, è stato anche Gabriele D’Annunzio.

Santa Severa e il castello fra la sabbia

Caratterizzata dal suggestivo castello, dove secondo la tradizione, sotto l’impero di Diocleziano, vennero uccisi la giovane martire cristiana Severa e i fratelli Calendino e Marco, la spiaggia di Santa Severa, nel Comune di Santa Marinella, è sabbiosa e ha due colori. Da una parte c’è quella bianca, con sabbia chiara e fine, adatta alle famiglie con bambini, e dall’altra quella nera, ferrosa e selvaggia, da sempre meta dei naturisti, che arriva fino al confine con la riserva naturale di Macchiatonda. Tra gli stabilimenti da segnalare Romeo, la Scogliera e Pino al Mare.

Come arrivare: Santa Severa si può raggiungere in treno, scendendo alla stazione di Santa Severa o di Santa Marinella e poi utilizzando i bus del trasporto pubblico. Ma anche in auto, percorrendo l’Aurelia. Da Roma vi sono però anche i bus del Cotral, con partenza dalla stazione Cornelia, e lo stesso da Civitavecchia.

Dove dormire: Per le coppie affascinante una notte all’ostello del Castello di Santa Severa. Tra le tante offerte di appartamenti, hotel e residence, a Santa Marinella gettonatissimo è l’hotel L’Isola in piazza Trieste.

Dove mangiare: Abbondanti le proposte dei diversi ristoranti. Una specialità gli spaghetti con il granchio alla trattoria Sapori di Mare, a Santa Marinella. Per una serata romantica si può optare per il Molo 21, sempre a Santa Marinella e direttamente sul mare, mentre per deliziare il palato con dei crudi di pesce, all’ombra del castello di Santa Severa, la tappa obbligata è al Barracuda Young. Per chi infine è stanco del pesce e vuole godere della tradizionale cucina romana, a Santa Severa c’è Da Guiduccio, dove particolarmente gustosi sono il pollo alla cacciatora e la trippa.
Da non perdere: da fare una passeggiata al tramonto nel borgo e qualche acquisto nei negozi di artigianato, in particolare di ceramica e legno. Consigliata pure una visita alla vicina riserva naturale regionale Macchiatonda.
Curiosità: Santa Marinella è diventata una capitale del surf. Una zona dove si creano onde perfette. Tanto che lo spot Banzai Beach è ormai conosciuto a livello internazionale.

ladispoli, la magia di Torre Flavia

Tra Ladispoli e Cerveteri c’è una spiaggia che è anche un monumento naturale: Torre Flavia. Un arenile sabbioso, ampio e con acque trasparenti. Un residuo delle paludi che un tempo caratterizzavano quel tratto di litorale. Spiaggia molto adatta anche ai bambini, dominata dai resti dell’omonima torre militare di origine medievale, bombardata durante l’utima guerra. Affascinante poi la duna, che separa l’arenile dall’entroterra paludoso, dove sostano tanti uccelli migratori. Per chi non gradisce la spiaggia libera, attrezzato e confortevole nelle vicinanze lo stabilimento la Baia Beach.

Come arrivare: in treno si scende alla stazione di Ladispoli-Cerveteri e proseguire con i bus urbani in direzione Torre Flavia. Per raggiungere Torre Flavia, dall’autostrada A12 Roma-Civitavecchia occorre uscire a Ladispoli-Cerveteri e proseguire, in direzione Ladispoli, su via Settevene Palo. Arrivati a una rotatoria, va poi presa l’uscita sull’Aurelia e poi occorre proseguire fino all’incrocio con via  via Fontanella Morella.
Dove dormire: A Ladispoli, direttamente sul mare, ottimo e abbordabile l’hotel Villa Margherita. Per chi vuole concedersi qualche lusso, alle porte della città c’è invece la Posta Vecchia, un complesso realizzato nel 1640 su delle rovine romane. Le camere sono arredate con mobili d’epoca ed è possibile concedersi un po’ di relax nel centro benessere.
Dove mangiare: a due passi dal mare e con pesce sempre di ottima qualità, a Ladispoli c’è la Locanda del pescatore. Ottima invece la carne al Manzo steakhouse in via Milazzo. Per una cena al lume di candela, lasciandosi cullare dal rumore delle onde, si può infine prenotare al FronteMare o al Papeete, entrambi sul lungomare Regina Elena.
Da non perdere: Immancabile per le coppie una passeggiata e una foto con il castello Odescalchi sullo sfondo. Per cercare refrigerio c’è la vicina oasi naturale del Bosco di Palo, ceduta dai principi Odescalchi al WWF nel 1980. Da visitare pure le due necropoli etrusche, quella di Monteroni e quella di Vaccina, quest’ultima caratterizzata da ben 60 tombe scavate nella roccia.
Curiosità: al largo della costa di Ladispoli, complici a quanto pare i cambiamenti climatici, si è formata una piccola barriera corallina, visitabile grazie a delle immersioni organizzate. Da compiere un giro in auto sull’Aurelia dove, nei pressi di Palo Laziale, venne girata l’indimenticabile scena de Il Sorpasso di Dino Risi.

SAN FELICE CIRCEO

Sono migliaia e migliaia i romani che d’estate frequentano il Circeo, a una ventina di chilometri da Latina. San Felice Circeo, infatti, inserito nel Parco Nazionale del Circeo, propone una vacanza a misura di famiglia, ma è comodo anche per gruppi d’amici. Il borgo è marinaro, grazioso, con scorci perfetti  (come da parco di Vigna La Corte) per delle fotoricordo da conservare per la vita: per un tour della cittadina, partite da piazza Lanzuisi, dove si trovano la Torre dei Templari e il Palazzo Baronale che oggi è sede del Comune di San Felice Circeo. Chi ama lo shopping può passeggiare su corso Vittorio Emanuele, i cui paraggi sono abitati anche da molti mici. San Felice Circeo, infine, vanta anche un suo porto.

Come arrivare: la stazione dei treni più vicina è quella di Priverno-Fossanova, una volta scesi, si utilizzano le linee bus Cotral e quelle del trasporto pubblico locale per raggiungere San Felice Circeo. In macchina si arriva con la Ss148 e la via Litoranea oppure con la A1. Gli aeroporti più vicini sono quelli di Ciampino e di Fiumicino, anche se, a conti fatti, anche Napoli Capodichino non è lontano.
Dove mangiare: Oleum, tra ristorante ed enoteca, è da segnalare sia per cene che per aperitivi. Per una cucina tradizionale ma curata nella presentazione ci sono Antico Mulino, Sapor Proprio e Le Mura, mentre Frenesia Rock è per chi vuole spezzare i pasti a base di pesce con un po’ di carne.  Per crudi e tradizione c’è Pappafico, alla Casa del Dolce si comprano sfizi e dolcetti, oltre che torte. Altri indirizzi: Locanda degli artisti,
Dove dormire: sono tante, nella zona, le villette con ampi spazi esterni che nel corso dell’estate vengono affittate; per famiglie numerose e per gruppi d’amici, questa è una soluzione da prediligere. In alternativa si può optare per Circeo Park Hotel, Hotel Corallo, Hotel Mastropeppe, Villa Penelope, Il Fiore di Loto, I Lecci b&b, CircEea, Macondo b&b.
Da non perdere: la natura del posto; se siete in barca scoprite le grotte, come la Guttari, quella delle Capre e quella della Maga Circe. Per flora e fauna “di terra”, scoprite le bellezze del Parco Nazionale del Circeo, dove praticare trekking o passeggiate per ogni livello, fare visite guidate e avvistare animali, andare in canoa e molto altro (info su http://www.parcocirceo.it)

Curiosità: sul monte Circeo ci sono i resti di un tempio presumibilmente dedicato a Circe, sì, proprio la maga dell’Odissea. Da non perdere un percorso tra storia e mito.

PALMAROLA

Definita dal documentarista Folco Quilici una delle terre emerse dal mare più belle del nostro pianeta, disabitata e selvaggia, Palmarola si trova a circa 10 chilometri ad Ovest di Ponza. Fare un tuffo nelle acque cristalline dell’isola, che prende il nome dalla palma nana che ne ricopre la superficie, è un’esperienza indimenticabile. In particolare nella zona della Cattedrale, dove la parete rocciosa della costa e le grotte presenti hanno assunto una forma che ricorda volte e pilastri di un imponente edificio di culto. E in quella zona è possibile anche nuotare all’interno delle grotte, mentre l’unica spiaggia accessibile è quella di ciottoli detta della Maga Circe. Per chi poi, tra un bagno e l’altro, vuole provare anche il trekking su un’isola deserta, c’è il sentiero che porta sul faraglione dedicato a San Silverio, il papa patrono di Ponza, che secondo la leggenda subì proprio su quello sperone roccioso il martirio. Affascinanti infine le case grotta, un tempo utilizzate dai ponzesi come ricovero di attrezzi agricoli.

Come arrivare: Per chi non si muove direttamente in barca, per arrivare a Palmarola si può prendere il treno e scendere alle stazioni di Anzio, Terracina o Formia e da lì, con traghetti o aliscafi, raggiungere Ponza. Una volta arrivati al porto borbonico o si affitta un gommone o si usufruisce del servizio di collegamento garantito dalla Cooperativa Barcaioli Ponzesi. Diverse anche le gite che vengono organizzate da Ponza a Palmarola, con tanto di pranzo a bordo.

Dove dormire e mangiare: a Palmarola c’è un solo ristorante, che offre anche la possibilità di alloggiare sull’isola, ed è quello di “‘O Francese”, direttamente sulla bella spiaggia della Maga Circe.

Da non perdere: un bagno nell’acqua limpida, ovviamente.

Curiosità: Alcuni tratti della costa rocciosa dell’isola sono neri: è l’ossidiana, un vetro vulcanico che si forma per il raffreddamento della lava. In epoca preistorica, dal Circeo, gli uomini raggiungevano Palmarola per estrarre l’ossidiana, utilizzata per realizzare lame e utensili.

Simonetta

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