Ottava edizione del Raff tra premi, ospiti e nuove narrazioniā“š¦ā“
Il riconoscimento alla carriera ĆØ andato aĀ Jonis Bascir, attore e compositore romano nato in Somalia. āNei miei ruoli ho spesso fatto una cosa che non sono: lāarabo. Mi sono dovuto studiare volumi interiā ha detto Bascir, parlando dal palco dopo la consegna del premio, rispetto ai personaggi a cui spesso sono relegati gli attori con ascendenza africana. Uno degli obiettivi degli Ibma, ĆØ infatti quello di creareĀ role modelsĀ che possano ispirare le generazioni future.
A questo proposito la registaĀ Daphne di Cinto, premio per il miglior cortometraggio con āIl Moroā, ha voluto ricordare che āoggi come ieri una persona con background migratorio può essere protagonista di una storia italianaā. Tra i premiati anche lāattoreĀ Alberto Boubakar MalanchinoĀ come miglior attore per la serie tv Doc. ā Nelle Tue Mani, progetto premiato anche per il cast inclusivo. LāattriceĀ Daniela ScatolinĀ ha vinto il premio per la rivelazione grazie alla sua partecipazione alla serie di Netflix Zero. Il riconoscimento al film più inclusivo ĆØ toccato a LāAlfide e la formica.
Diaspore e seconde generazioni sono state però solo due delle tante lenti con cui gli organizzatori del Raff ā Internationalia, Le RĆ©seau, Nina International, Itale20, con il sostegno di Eni ā hanno cercato di raccontare lāAfrica e il rapporto dellāItalia con il continente, durante questa edizione del festival ricca di sorprese e di ospiti.
Tra i momenti più emozionanti cāĆØ stata la presenza diĀ Makaziwe āMakiā Mandela, una delle figlie dellāex presidente e attivista sudafricano. Anche Makaziwe, ospite dāonore sabato grazie alla collaborazione dellāambasciata del Sudafrica, ha voluto rimarcare lāimportanza di sfatare narrazioni fasulle o incomplete sullāAfrica. Eventi come il RomAfrica Film Festival, ha sottolineato, āconsentono di sfatare pregiudizi e ignoranza esistenti nel cosiddetto mondo occidentale a proposito del continente africano. Ć davvero importante per laĀ promozione della diversitĆ , dellāequitĆ e dellāinclusioneā.
Makaziwe ha poi invitato alla collaborazione contro divari razziali e di genere. Nelson Mandela ānon ha realizzato da solo tutto quello che sappiamo. Se ĆØ vero che lo citiamo sempre come esempio, lui non ha mai messo al primo posto lāio, ma il noiā ha detto. āĆ solo stringendoci le mani, facendo gruppo, che si riusciranno a colmare i divari razziali o di genere che esistono ancora oggiā.
La collaborazione, lāaiuto reciproco, lāospitalitĆ sono state al centro anche di una delle proiezioni più apprezzate dal pubblico: quella diĀ Africa & I, documentario di Othmane Zolati. Il regista e protagonista marocchino, nel suo lavoro, racconta un viaggio durato quattro anni da casa sua fino in Sudafrica. Unāavventura che apre gli occhi su lati nascosti di questo vastissimo continente.
A problematizzare in chiave giornalistica il racconto dellāAfrica ci hanno pensato poi i lavori dei giornalistiĀ Angelo FerrariĀ ā che ha presentato sabato il suo libroĀ Africa BazaarĀ ā eĀ Giancarlo CapozzoliĀ ā che ha portato al RaffĀ Kenya, un volume di foto e parole. LāAfrica, come hanno mostrato questi libri, ĆØ anche un serbatoio di risorse alla mercĆ© dellāoccidente, oltre che un luogo dove disuguaglianze e povertĆ sono allāordine del giorno.
Altre storie, e altri protagonisti inaspettati, hanno però fatto breccia nel pubblico come quelle, intime e poetiche, raccontate dal film marocchino La GuĆ©risseuse, o dal lungometraggio etiope Lamb, senza dimenticare documentari come Soul Travel e il corto dāanimazione sudafricano Shaka, a testimonianza unāaltra volta delle tante anime anche artistiche del continente.
Il Raff, dopo tre giorni intensi, chiude avendo proiettato cinque lungometraggi, altrettanti documentari e sette cortometraggi, oltre ad avere ospitato tre tavole rotonde e la giornata dedicata agli Italian Black Movie Awards. Se āripartenzaā doveva essere, come recitava il titolo dellāedizione (Resistenza/Ripartenza), il Raff corre giĆ spedito verso il prossimo anno.