Autunno come il sottosopra🍁
In autunno non dormo, è la prassi. Anzi no, peggio, dormo e poi mi sveglio, alle tre nel sottosopra e nel mio sottosopra, ci sono le scadenze, le bollette, la paura di non arrivare, di non sorridere abbastanza, poi ci sono errori di ogni tipo, potevo, dovevo a lettere cubitali, una scritta “sei in ritardo” al neon, ci sono incomprensioni e lunghi discorsi che mi passano davanti nel buio come in un gobbo dei conduttori in tv e li recito a mente, lunghi monologhi per chi credo mi abbia mancato di rispetto… Ci sono le storie che vorrei scrivere ma sono troppo grandi, perché non le ho vissute e quindi scelgo storie più piccole perché mi sembra meno presuntuoso. Questo lo conosco, lo posso raccontare, non sto rubando il dolore o la felicità di un altro, non sto barando, è roba mia, può piacere o meno, ma è roba mia. Come il sottosopra.
Nel sottosopra tutto è frantumato e disarmonico alla fine hai bisogno di uno schieramento, di qualcosa che ti tenga insieme, che ti dica forse non sarai buono, ma sei giusto. Ma gli schieramenti non hanno mai ragione se non tengono conto delle singole persone. Insegnare ai nostri figli cose che noi non abbiamo la minima intenzione di fare, tipo fare attenzione o staccare. Staccaaaaa urliamo ai ragazzi al computer e noi non riusciamo a staccare, mai, neanche di notte, da orizzontali, a fare capriole, tra il su e il giù.
Allora penso arrenditi. Pensa a quanto ti sentiresti stupida a ritornare con la mente a stanotte, se le cose si mettessero improvvisamente male. Perché le cose a volte hanno la tendenza a peggiorare, è fisica, non è pessimismo, andiamo verso il disordine non il contrario, a prescindere dai programmi e dalle previsioni e dalle intenzioni. Ecco io non me lo potrei perdonare di essermi lamentata quando invece ero solo fortunata. E niente… mi sento come la trottola da far girare sul tavolo. Mi sdraio di nuovo, e mi do la buonanotte. Quel poco di notte che resta ancora da dormire.