Dal 2 febbraio al cinema: “Life Is (Not) A Game” il doc con la street artist LAIKAš¦
DAL 2 FEBBRAIO SOLO AL CINEMA
LIFE IS (NOT) A GAME
un film di
ANTONIO VALERIO SPERA
con
LA STREET ARTISTĀ LAIKA
Dopo il successo ottenuto allaĀ Festa del Cinema di Roma,Ā uscirĆ Ā al cinema il 2 febbraioĀ Life Is (Not) A Game, lāatteso documentario con protagonista la street artistĀ Laika, esordio alla regia diĀ Antonio Valerio Spera, prodotto daĀ Morel FilmĀ eĀ Salon Indien FilmsĀ (per una co-produzione italo-spagnola) e distribuito daĀ Kimera FilmĀ eĀ Morel Film.
Il racconto inizia proprio nel 2020: si passa dalla discriminazione verso la comunitĆ cinese allāobiettivo āimmunitĆ di greggeā di Boris Johnson, dalle conseguenze economiche della pandemia fino alla guerra in Ucraina.
Rispettando lāanima della protagonista, il documentario si presenta con unāimpronta āpopā, fatta di contaminazioni e omaggi, in bilico costante tra ironia e profonditĆ dāanalisi.
La macchina da presa segue Laika nei blitz notturni, nel confinamento durante i duri mesi del lockdown, per poi accompagnarla in Bosnia allāinizio del 2021, quando lāartista decide di intraprendere il viaggio sulla rotta balcanica per denunciare le atroci condizioni di vita dei migranti; e infine in Polonia, al confine con lāUcraina, nellāaprile del 2022.
Life Is (Not) A Game, cosƬ, partendo dalla cronaca, racconta questo percorso artistico fatto di fantasia, adrenalina, āgiocoā, e il parallelo crescendo della coscienza civile di Laika.
Un percorso che la porta a mettere gradualmente da parte lāanima ludica del suo lavoro e la spinge fuori dai confini nazionali per lasciar esplodere esclusivamente rabbia e denuncia.
Girato tra Roma, la Bosnia, Francoforte e la Polonia, Life Is (Not) A Game mutua il suo titolo da una delle opere di Laika affisse nel suo viaggio sulla rotta balcanica, Life Is Not A Game, appunto. Il poster ĆØ una denuncia esplicita della violenza esercitata dalla polizia sui migranti che provano il cosiddetto āGameā, come viene definito il tentativo di attraversare il confine con la Croazia. Lāuso delle parentesi nel titolo vuole evocare la doppia anima dellāartista, fra ironia e impegno sociale.