🌹♀️8 MARZO 2023♀️🌹
L’8 marzo è il giorno dedicato alle donne. È sufficiente una giornata e qualche bella mimosa?
Siamo un po’ stanchǝ di certa retorica attorno all’8 marzo. Una data che sembra perdersi nella miriade di “Giornate per…”, che per ricordare finiscono poi per confinare… e sarà così anche quest’anno. O forse no. Facciamocene una ragione amiche del fatto che gli uomini siano meno a rischio di subire una violenza sessuale, che una gravidanza non potrà essere di ostacolo alla loro vita lavorativa, se vanno con tante donne sono dei “tombeur de femmese” non prostitute o donnacce di strada, in casa spesso i genitori ci danno meno libertà rispetto ai nostri fratelli perché sanno è meno sicuro per noi, tanto per dire le prime cose che mi vengono in mente…
Il maschile non si cambia in pochi anni e, nello stesso tempo, non tutto nel maschile è da cambiare e parlare di questo non fa di me un femminista o un nemico degli uomini, ma solo una libera pensatrice che, nascendo donna, sa cosa significa essere tale e che, condividendo numerose esperienze con uomini e donne a livello personale e professionale, sa di aver cambiato molti atteggiamenti e comportamenti che un tempo avrebbe sicuramente considerato normali e legittimi.
Questo non significa che violenza e forme di arroganza e sopruso non possano essere esercitate anche dalle donne, ma che esiste un contesto storico culturale che, in linea di massima, ha privilegiato, in diversi campi, l’uomo perché creato dagli uomini e da essi legittimato, talvolta con l’aiuto di alcune donne che lo hanno trovato “NORMALE”, imbevute fin da piccole di quello che è opportuno o meno dire e fare per una donna.
Sono decenni che si discute di emancipazione, eppure non è affatto scontato che la donna possa e riesca a lavorare, oltre a essere madre e moglie. Non è nemmeno scontato guardare la genitorialità come un valore; eppure il contributo che la maternità porta è una ricchezza che può contaminare e arricchire anche l’ambito lavorativo con un nuovo spirito nell’approcciare i problemi, maggior versatilità, apertura all’altro, flessibilità.
Le donne sono di fatto le principali vittime economiche e sociali, in modo significativo le madri disoccupate. È la cosiddetta ShePoverty, la povertà tutta al femminile.
La gestione familiare, infatti, solleva diverse problematiche che, spesso, rimangono in carico alla madre.
C’è lo smartworking per questo, penseranno alcuni. Ma bimbi piccoli hanno bisogni e necessità che chiedono soddisfazione immediata e mal si conciliano con la necessità di concentrazione e silenzio della mamma. Non basta, ci sono alcuni genitori che non svolgono mansioni per le quali è previsto lo smartworking. Insomma, non è semplice. Ma la situazione può essere resa più agevole. Come? Con il rinnovo e il rinforzo di alcune misure come il bonus babysitter, i congedi parentali, permessi.
La questione non finisce qui: le donne non devono solo mantenere il posto di lavoro. Come gli uomini desiderano crescere professionalmente, il che non significa solo fare carriera, ma anche crescere in conoscenza, formarsi, non smettere di camminare. Si chiama formazione e richiede tempo, proprio il fattore che sembra sempre mancare quando si hanno dei minori da accudire.
Questa è l’Italia oggi, l’augurio per questo 8 marzo è poter vedere un Paese che riflette sulle sue persone e offre loro una reale occasione di crescita e soddisfazione a tutto tondo, professionale e umana.