WhatsApp è una cosa meravigliosa🚦

WhatsApp è una cosa meravigliosa🚦

Perchè sì, WhatsApp è una cosa meravigliosa, ci mandiamo messaggini vocali stupidi, abusiamo allegramente e sfacciatamente di emoticon, invadiamo le conversazioni con plotoni di foto e video assolutamente imperdibili, ma nasconde delle insidie non proprio irrilevanti. Come l’essere umano che lo utilizza.

Mo, io non voglio fare la solita dissacrante sgretola ovaie, ma ci sono davvero delle persone per le quali WhatsApp dovrebbe essere vietato. Con tanto di decreto ingiuntivo. Indi per cui ho pensato che fosse utile stilare un piccolo vademecum da fissare tra un neurone e l’altro.

Nell’era della comunicazione ossessivo compulsiva, WhatsApp rappresenta l’apostrofo verde tra il “mi fa piacere sapere che respiri ancora” e il “fanqù“. Nel mezzo giacciono tutte quelle cose che dovrebbero distinguerci da una trottola impazzita. Perché se è vero che è bello essere iperconnessi con il globo terracqueo e usare il mezzo come veicolo delle nostre più recondite emozioni o delle nostre più subumane stronzate, è altrettanto certo che gli scassamaroni non piacciono a nessuno.

Come comportarsi quindi?

  • Evitare di scrivere mille micro messaggi: no, io non posso tollerare questa cosa. Sarò anche vecchia inside, ma sentir vibrare o cinguettare il cellulo all’impazzata, mi manda ai matti. Mi si erge una colonna di nervi che i messaggi di fumo del più cazzuto capo indiano al confronto sono piccoli fiammiferi. Se devi dirmi una cosa, fa’ che sia una e con un solo messaggio, al massimo due o tre, se questa è troppo lunga e fatichi a confrontarti con le tue sinapsi.
  • Non dire mai mai mai “sei online”: fatti i fattacci di casa tua. Questa cosa del visualizzato ma non risposto, delle mille spunte che indicano anche se hai espletato le tue funzioni fisiologiche, dell’ultimo accesso, non ti autorizzano ad entrare nella mia quotidianità, ammesso che tu non sia in serio pericolo di vita e stia per tirare gli ultimi. Io non salvo vite umane, figuriamoci quelle disumane in questione.
  • Non pensare di essere padrone del mio tempo: mi fa piacere cazzeggiare, ma non trascorrerò mai le mie giornate a whatsappare con te. Ho una vita. Faccio cose, vedo gente, sento voci, mangio cibo,  guardo serie, ascolto musica, leggo libri, posto cavolate. Tu no? Sai quanto me ne importa? “Una beata minchia.” Cetto docet.

  • Non mendicare e/o rivendicare risposte: ora, se vuoi proprio farmi girare vorticosamente le ovaie e sfidare le forze centrifughe e centripete, scrivimi: “mi rispondi?”. Il mio dizionario, a volte, non è proprio edulcorato, quindi sappi che stai correndo il rischio di essere mandato a raccogliere patelle sugli scogli dell’Asinara. Che poi, magari ti piace e ci rimani pure. Si spera.

Non è difficile, vero?

Il post è finito, whatsappate in pace.

ANTONELLA

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