C’è qualcosa nel DNA femminile che ci porta a sentirci inadeguate per e in qualsiasi cosa✅

 

C’è qualcosa nel DNA femminile che ci porta a sentirci inadeguate per e in qualsiasi cosa.

Io per prima mi sento inadeguata in molte delle cose che faccio, che sono o che rappresento. Eppure, cavolo, riesco e risulto. Non sarò la migliore, ma sono certamente brava e creativa, soprattutto empatica e comprensiva e nonostante i mille difetti tendo a tirare fuori il meglio di me quando serve. Non credo che lo facciano tutti. Io lo faccio, non sono invidiosa delle cose belle altrui.

Vabbè, non è una seduta di psicanalisi.

 Leggo continuamente di ansie e gastriti per accumuli adiposi localizzati come gli ex che si instagrammano in giro con le nuove fiamme – che non s’appicciano mai, di crisi mistiche per mollezze varie, e di infarti miocardici acuti perché mannaggialloro le tette, su, proprio non ci vogliono stare.

Ora non voglio fare quella che chi se ne frega, sballonzolante è bello, sano e inciccioniamoci tutte. No, non è così. Un corpo deve essere sano prima ancora che esteticamente bello, ma… C’è un ma grande…

Ma davvero vogliamo passare la vita a rovinarci una giornata? Davvero vogliamo privarci della gioia di un rapporto per l’ansia da prestazione tette culo baby one two three? Davvero vogliamo passare la vita a piangere sulla cellulite che tanto le lacrime non la scioglieranno mai?

Di quanti momenti, dall’adolescenza in poi, ci siamo private perché ci sentivamo inadeguate? A quante uscite abbiamo rinunciato perché non ci stava bene un abito e bastava solo indossare qualcosa che invece ci valorizzasse? A quanti pranzi o cene abbiamo detto no perché poi ci saremmo sentite in colpa per uno strappo alla dieta? A quante ossessioni abbiamo ceduto il braccio invece che donarlo a persone o momenti che invece ci avrebbero reso felici?

Siamo fissate. Ossessionate dal fatto che tutti ci guardino, che tutti passino il tempo a contare i chili che abbiamo di troppo, che disegnino carte geografiche coi nostri capillari e che traccino sentieri sulle nostre smagliature.

Ma sapete che c’è?

Che, in fondo, non ci guarda nessuno. Che per gli uomini non sono fondamentali le nostre imperfezioni fisiche, che la gente in spiaggia non passa il tempo a mappare i deredani più brutti del west, che al di là di una battuta a volte anche cattiva a nessuno interessa davvero se siamo più o meno in forma, che non esiste una classifica di oggettiva bruttezza che aspetta di piazzarci sul podio. Il body shaming, quando si presenta, è una delle paure che si sfoga nella maniera peggiore.

La verità è che siamo tutti, uomini e donne, presi dalle nostre insicurezze per avere cura di quelle degli altri. La verità, forse, è che siamo tutti talmente terrorizzati da noi stessi per guardare le paure negli occhi degli altri. La verità è che ci massacriamo.

La nostra cellulite non la guarderà nessuno perché saremo tutti troppo impegnati ad alimentare le nostre fobie.

ANTONELLA

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